17 giugno 2011

Riccardo Berdini: ed ora aspettatevi la rivoluzione luminosa

Riccardo Berdini è uno di quei ragazzi che vorresti davero come amico: sincero, schietto, diretto, con una irrefrenabile gioia di vivere e di lavorare, e di lavorare bene. E di certo non le manda a dire, come dimostra in questa chiacchierata telefonica fatta mentre Riccardo passeggiava per città (come si dice a Trieste, città che ama alla follia e da cui non vorrebbe staccarsi mai). Dal suo ultimo spettacolo, quella Luce nel buio che ha debuttato al Rossetti il 30 maggio scorso e rivelatasi un successo clamoroso, a Pinocchio ed Happy Days, a Musical StarTS, Riccardo - Premio Massimini 2010 - traccia un primo bilancio della sua carriera e si diverte a lanciare provocazioni e anche a denunciare quello che nel mondo del musical ancora non va.
Partiamo proprio da quest'ultimo anno: la tua carriera ha subìto un'accelerazione formidabile, no?
Sì, ne sono felicissimo! Pensare che fino a due anni fa ero semplicemente un allievo della Bernstein, ed ora ho già interpretato da protagonista due tra i musical più importanti degli ultimi anni, raccogliendo in uno l'eredità di Manuel Frattini e nell'altro un ruolo mito come quello di Fonzie ... E' stata davvero una gran figata! (sic)
La mia grande fortuna è stata incontrare una persona che ha creduto in me, e quella persona si chiama Saverio Marconi, che prima mi ha affidato il ruolo di Pinocchio e poi quello da protagonista in Happy Days, quando ero praticamente poco più che un esordiente! Tutta questa enorme stima da parte sua... Tutto quello che da qui in poi succederà lo dovrò sempre a lui e alla Compagnia della Rancia.
Ma l'essere partito così in quarta è stato più difficile o ti è stato più di sprone?
Non è stato difficile, è stato certamente di sprone. Per fortuna sono ambizioso, ambiziosissimo, gò voia de far (ride).
E a proposito di ambizioni... Pochi giorni fa hai debuttato con un tuo musical, “Una luce nel buio”.
Sì, è stato un successo oltre ogni più rosea previsione! Abbiamo dovuto aggiungere una seconda replica, ed entrambe sono state sold out; addirittura molti spettatori, finita la replica del pomeriggio, sono tornati e hanno acquistato i biglietti per la sera; la cosa più esaltante è che non sono stati i nostri conoscenti a farlo, ma la gente normale, quella che a me interessa venga a teatro, quella a cui voglio far credere che il teatro non è solo una rottura di coglioni! (sic) Anche se, purtroppo, spesso hanno ragione, e per questo ritengo che sia il momento di cambiare qualcosa. Diciamo pure che il teatro in Italia andrebbe rivoltato!
Auguri!
E lo so, ma sinceramente tenterò di farlo.. Credo che con Una Luce nel Buio, almeno a Trieste, abbiamo dato un primo segno che si possono fare prodotti di grande qualità, ma allo stesso tempo moderni, al passo con i tempi e accessibili a chiunque. Il problema principale secondo me è che il nostro teatro non si è evoluto, è rimasto fermo a cinquanta anni fa. Poi per quanto riguarda il musical non ne parliamo, se spettacoli come Il Fantasma dell'Opera e I Miserabili ancora non si possono portare in scena …
Ma tu che nel musical ci vivi... perché succede questo? Da dietro le quinte, prova a darmi una spiegazione: perché non si riesce a fare un'operazione, quella di allestire il Phantom o I Miserabili, che negli altri paesi è così normale?
Non è che non si riesce: non si vuole fare! Produttori e imprenditori non riescono a capire su cosa devono rischiare. E quasi sempre rischiano su spettacoli totalmente sbagliati. Mi sembra quasi che ormai il musical sia visto come un circo dove vince chi porta in scena lo spettacolo più imbarazzante … Quante migliaia di baggianate vedi in giro? Titoli ridicoli, drammaturgie inesistenti, dialoghi senza senso, musiche banali e inascoltabili… purtroppo di spettacoli così in Italia ne vedi davvero tanti. La cosa divertente è che molte di queste bufale poi fanno ovviamente flop, anche perché la gente comincia a sentirsi presa in giro, noi artisti per primi. Eppure si continua a non rischiare su titoli affermati internazionalmente, come possono essere appunto Il Fantasma dell'Opera, i Miserabili, o come è stato Cats, che infatti ripreso e rifatto dalla Compagnia della Rancia è stato un grandissimo successo.
Facciamo un passo indietro: non avevi neppure vent'anni e già avevi scritto un tuo musical, “Il bambino alogeno”: ce ne parli?
Era la storia di un bambino luminoso, talmente accecante da venire cacciato e rinnegato dal suo stesso popolo, e delle sue avventure per trovare un senso alla sua esistenza. Diciamo che all'epoca era una fiaba alla Tim Burton; ma la sto riprendendo in mano per trasformarla, assieme ai miei fidati amici e collaboratori con cui ho creato anche Una Luce Nel Buio: Giovanni Natale, che è un vero genio nel raccontare le storie; Federico Macor, che mi aiuta nelle musiche e nelle liriche; e il maestro Fabio Valdemarin, direttore musicale e polistrumentista che lavora con i più grandi della musica italiana. Loro sono il mio team, ne vado orgogliosissimo perché credo potremo fare grandi cose in futuro. Questa storia, ad esempio, vorremmo farla diventare una grande saga, una vera saga epica a teatro, lo Star Wars in carne e ossa del prossimo millennio, attuando una rivoluzione teatrale che ho da sempre in mente e che spero di poter realizzare prima della fine dei miei giorni. Mi piacerebbe che vengano costruiti dei teatri senza divisione tra palco e platea, in cui il pubblico è totalmente al centro della scena e dell'azione, in modo che ci sia un'immedesimazione totale da parte dello spettatore. Ciò comporta ovviamente anche un'evoluzione nel modo di recitare degli attori, virata ad uno stile più cinematografico e meno prosaico... Sarebbe bello creare uno spettacolo multimediale e interattivo, in una parola... teatrale! Ho in mente tanti progetti, troppi … magari intanto iniziamo portando in scena i grandi musical che ancora non sono stati fatti in Italia...
Un passo per volta, come dire...
Già.. Però ti assicuro che in un modo o nell’altro questo spettacolo lo faremo: la nuova versione si chiamerà Il cacciatore di luce, ma ora pensiamo a sviluppare l'altro spettacolo, Una luce nel buio.
La luce ricorre spesso nei tuoi progetti!
Sì, è un tema fondamentale nel mio modo di pensare e di scrivere storie e musica; è una delle metafore più importanti per descrivere la nostra vita, quello che noi siamo e che non riusciamo né ad essere né ad accettare. Una luce nel buio è la storia di un ragazzo alla ricerca dell'amore eterno e della realizzazione dei propri ideali, in cerca di tracce o segni che gli diano ragione su quello che lui pensa sia la vita: dall’ amore alla fede, dalla alla libertà di vivere la propria vita come si vuole, o per meglio dire, come si deve... è uno spettacolo semplice e complesso allo stesso tempo, ci siamo accorti di aver toccato corde molto profonde quando alla fine dello spettacolo piangevano tutti e una docente di Psicologia dell'Università di Trieste è venuta a chiederci di fare dei seminari in facoltà! Oddio, non è che ci manchino le basi culturali, ecco, ma non pensavamo di arrivare a tanto!! (ride)
Ma prima della BSMT che studi avevi fatto?
Ho frequentato il liceo scientifico, ma mi hanno bocciato due volte: ero una specie di delinquente e scapestrato. Poi sono andato al liceo linguistico, mi sono diplomato, e con lo studio della letteratura francese, di cui mi sono innamorato, ho messo la testa a posto. Poi è arrivata l'Università, ma l'aver visto nel frattempo Jesus Christ Superstar e Notre Dame de Paris, è stata una cosa che mi ha sconvolto completamente e che mi ha aperto gli occhi: ho conosciuto il musical theatre, ho lasciato l'università - che comunque mi riprometto di finire - e sono approdato appunto alla Bernstein. Ho capito tutte le possibilità che il musical theatre mi offriva. Sono un malato di cinema, fumetti, musica e teatro, e vorrei poter esprimere tutte le loro potenzialità cercando di unirle, e un giorno poterle sfogare in questa sorta di rivoluzione teatrale che tanto sogno, ma per la quale ci vorrà tanto, tanto, tanto lavoro, tanto, tanto, tanto studio e tanti, tanti, tanti anni.
L'altro capitolo importante di questi ultimi mesi è stato Musical StarTS...
È stato veramente una grande soddisfazione anche se in realtà si tratta di uno spettacolo semplice, la grande differenza l’ha fatta la minuziosa cura dei dettagli. Si tratta di un concerto spettacolo creato da me e Davide Calabrese con la regia e le coreografie di Fabrizio Angelini, quindici performer triestini, band dal vivo, e ovviamente tanti brani trascinanti che raramente si sentono in Italia, in una cornice estetica bellissima (la prima serata è stata data al Castello di San Giusto, ndr); l'idea era quella di far vedere il talento che c'è a Trieste, e ovviamente di far conoscere in Italia i musical che ancora non si conoscono.
A proposito di performer: ti senti già un performer di seconda generazione, rispetto ai nomi "storici" come Frattini, Angiolillo, Carfora...
Eh già, c'è una seconda generazione che sta nascendo ma che deve tutto alla prima: i nomi che hai citato, e tanti altri, per noi sono già dei miti. Loro sono stati i pionieri che hanno aperto le porte a questo genere portandolo per la prima volta in Italia. E ora è il momento che il musical si evolva anche da noi per quello che è: negli ultimi ani si è trasformato in un prodotto "facile", per famiglie; bisogna far conoscere al pubblico anche il musical di spessore, cosa che fece proprio la Rancia all’inizio con Chorus Line, anche perchè credo che la gente ne abbia voglia e bisogno. Non si può continuare per sempre a fare teatro musicale come si faceva anche solo dieci o quindici anni fa, come a maggior ragione non si può continuare a fare prosa che sembra uscita dagli anni cinquanta. Il teatro sta vivendo una grossa crisi anche per questo, i giovani non ci vanno perché lo reputano vecchio e noioso, e la maggior parte degli anziani ci vanno solo per abitudine. Insomma, a parte qualche evento sporadico il teatro in Italia sta morendo.
Che pessimista!
No, non sono pessimista. Sono realista e ho voglia di fare qualcosa di buono. Ho visto delle cose, quest'anno... guarda, meglio non parlarne, sennò ci querelano! Spettacoli di prosa urlati, battute declamate senza alcuna intenzione, regie senza senso o logica, poi ti chiedi perché la gente non vada a teatro.
Ti avvicini ai 30 anni: non hai voglia di famiglia, di stabilità, di figli?
Oh, guarda... si... no... tutto questo arriverà, ma ora non me ne preoccupo! Mi affido a Dio, non ho paura di ciò che mi riserverà il futuro, non ho dubbi, non ho aspettative; penso al presente e penso a quello che devo fare. Come tanti miei compagni, ho dei doni, dei talenti, e delle responsabilità nei confronti degli altri: penso sia più importante attingere a questo in questo momento, il futuro arriva da sè. Forse sembreranno dei valori da cavaliere medioevale, ma mi piace ragionare così.
A questa domanda non si sfugge: quale ruolo ti piacerebbe interpretare?
Certamente Jean Valjean nei Miserabili e il Fantasma nel Fantasma dell'Opera: sono due miei pallini. Ma se fossi troppo giovane per Valjean, mi candido per Enjolras! Certo che… anche Joe Gillis in Sunset Boulevard, Judas in Jesus Christ Superstar... e poi Sweeney Todd! Mi lacera l'anima ogni volta che ci penso …
A proposito di grossi investimenti... come giudichi l'arrivo della Stage in Italia?
Indubbiamente ha portato grandi musical e altro lavoro...
Ma nell'ambiente avete avvertito questa ventata di internazionalità?
Preferisco cambiare domanda … sinceramente? No. Devo dire che ci aspettavamo qualcosa di più dall’arrivo della Stage in Italia. Da un lato ha fatto molto bene: ha portato grossi investimenti, nuovi titoli, dà lavoro a tanti di noi. D’altra parte ci aspettavamo tutti che aumentasse il valore di noi artisti. E diciamo che così non è stato ... Sono consapevole di aver detto delle cose forti ma non le dico con presunzione o arroganza. Le dico perché ho voglia di combattere, perché dovremmo tutti lottare quando qualcosa non va bene, senza avere paura di poter creare qualcosa di migliore. E poi credo sia arrivato il momento giusto anche nel nostro Paese per cambiare le cose.
Nella prossima stagione?
Proseguiamo con la tournee di Happy Days, dopo il grande successo avuto in primavera. E' stato accolto molto bene, quindi speriamo in un grande successo anche nella prossima stagione!!! Poi riprenderò Una Luce nel Buio e speriamo di riuscire a realizzare pian piano tutti i miei sogni!