11 maggio 2013

Priscilla, esageratamente esagerato!

Trieste, 10 maggio 2013. - Non so se l'aggettivo più appropriato per descrivere questo musical sia "enorme" o "esagerato". Forse entrambi. Anzi, sicuramente entrambi. Priscilla è una bomba di musica e colore, di esuberanza e vitalità, di humor e sentimento, in una confezione così tremendamente kitsch e sempre sopra le righe da risultare irresistibile.
Il coloratissimo e sgangherato bus chiamato Priscilla ha fatto tappa al Rossetti di Trieste per la terza e ultima tappa di questo tour che ha toccato solamente Milano, dove è rimasto un anno, e Roma, con esiti sbalorditivi. Del resto l'allestimento era stato pensato per essere stanziale, e si vede: un investimento ingente, ma quando ci si trova di fronte ad una scelta del genere, o si fanno le cose bene, o si rischia di scadere nel ridicolo.
Priscilla prende il via dall'omonimo film australiano del 1994, una scatenata commedia che non risparmia nessun luogo comune sull'omosessualità, sul travestitismo, sulla transessualità, ma con una ingente dose di autoironia, li supera tutti. Una storia "on the road", un viaggio alla scoperta di sé: tre drag queen, ingaggiate per uno spettacolo, partono da Sidney alla volta di Alice Springs, in pieno deserto autraliano, a bordo di un bus chiamato "Priscilla" sgangherato ed eccentrico quanto loro. Come ogni storia "on the road" che si rispetti, non è tanto la meta che conta, quanto il viaggio stesso, fatto di incontri, scoperte, ostacoli. E alla meta, in ogni caso, i nostri protagonisti arriveranno cambiati, più consapevoli, e in qualche modo saranno premiati.
Mirco Ranù, un fascio di esuberanza e muscoli molto spesso in compiaciuta bella vista, è l'irriverente Adam/Felicia; Antonello Angiolillo dà corpo e voce al tormentato Tick/Mitzi, con un matrimonio fallito alle spalle e un bimbo finalmente da conoscere; Simone Leonardi interpreta Bernardette con grande eleganza e ironia.
A far da contrappunto e filo conduttore, le tre divas che volteggiano senza sosta appese in aria, in un allestimento sfarzoso che vede al centro della scena l'iconico bus che ruota e si apre per svelare di volta in volta l'interno, vero e proprio palcoscenico nel palcosenico.
Il punto di forza dello show, oltre all'irresistibile colonna sonora fatta di 25 hit della musica pop (si va da It's raining men a I say a little prayer, da I will survive a True colors, da Go west a What's love got to do with it) è naturalmente nei costumi e nei copricapo: esagerati, sgargianti, coloratissimi, ingombranti, quasi 500 creazioni incredibili che per essere capite e apprezzate bisognerebbe vedere il musical almeno una decina di volte.
Le battute al vetriolo non mancano, i doppi sensi abbondano, i corpi esibiti si fanno ammirare, le gag, anche amare, fanno riflettere, e la commozione qua e là fa capolino.
Ma tutto lo show è un inno alla vita, con i suoi lati luminosi e quelli un po' in ombra.
Il pubblico della prima triestina si fa travolgere dall'entusiasmo, e dona a tutto il cast una lunga standing ovation. C'è da augurarsi che tanto altro pubblico accorra ad applaudire, ridere, cantare con Priscilla, che rimane in città per un inedito mini-long running di 20 repliche, fino al 26 maggio.

info: http://www.ilrossetti.it/scheda_musical.asp?RecordID=4529

08 maggio 2013

Sugar, Priscilla, Kerry, Roberto

Posso ritenermi fortunato, anche se la mia vita teatrale è ridotta al lumicino.
Qualche settimana fa, approfittando di una trasferta a Torino, sono riuscito a vedere Sugar - A qualcuno piace caldo, nel nuovo allestimento di Federico Bellone. Credo sia stata una delle più divertenti esperienze teatrali della mia vita: ho riso praticamente dall'inizio alla fine. Merito di un copione "facile", passatemi il termine, che aveva in doppi sensi e battute grevi il punto di forza; ma merito soprattutto di un cast in stato di grazia, con Christian Ginepro e Pietro Pignatelli nei panni che al cinema furono di Jack Lemmon e Tony Curtis, e Justin Mattera nel ruolo calzato per lei a pennello, quello che fu di Marylin.
In una scenografia sospesa tra realtà e cinema, con divertenti e funzionali giochi e scambi tra i due piani, lo show passa allegro e spensierato. Il post-teatro, con la pizzata in compagnia del cast, ha suggellato una bella serata.
Venerdì, udite udite, torno invece a Trieste per il mio auto-regalo di compleanno: è di scena Priscilla, la regina del deserto. Vero trionfatore delle due passate stagioni teatrali, il mega-musical tutto lustrini, drag queen e pailettes, completo di autobus rosa, farà tappa al Rossetti per chiudere la stagione in bellezza con una lunga tenitura. Sperando che non si ripeta il mezzo flop di Elisabeth di un anno fa.
Ma la stagione estiva riserva ancora qualche botto clamoroso: a luglio arriveranno a Grado due leggende viventi della scena teatral-musicale, Kerry Ellis e Brian May, in un concerto-duetto che promette faville. E dulcis in fundo, in anteprima mondiale, il debutto del nuovo Roberto Bolle & Friends con l'etoile torinese ormai vero e proprio divo internazionale, in una serata-evento ospitata ancora una volta dal Rossetti.
Vi terrò aggiornati!

04 marzo 2013

Sul lago ghiacciato

Trieste, 3 marzo 2013. In quel teatro abbiamo visto discariche a misura di gatto, isole greche, scacchiere giganti, residenze asburgiche; ma una vera pista da pattinaggio su ghiaccio, ancora no. Eppure è successo: per una settimana il Rossetti di Trieste ha ospitato, in esclusiva nazionale - ma visto lo strepitoso successo e la fattibilità della cosa, chissà che qualche altro grande teatro italiano lo riproponga in futuro - l'affascinante Swan Lake degli Imperial Ice Stars, con la regia e le coreografie di Tony Mercer.
Affascinante è proprio il termine appropriato: la grazia e l'eleganza del balletto classico sposano alla perfezione la tecnica, la fisicità e la leggerezza della danza su ghiaccio, in un mix esclusivo e dall'impatto visivo ed emozionale garantito. Roba da sorridere meravigliati da quando si alza il sipario fino alla scena finale.
Teatro gremito in ogni ordine di posti, pubblico dai 2 ai 99 anni, in autentico visibilio ed entusiasmo; anche le mie figlie, una di due anni e mezzo, l'altra di cinque e mezzo, non hanno staccato gli occhi dal palcoscenico per un attimo.
Gran parte del merito va sicuramente all'immortale partitura di Ciajkovskij, qui rivisitata e riveduta negli arrangiamenti, resi moderni e qui e là addirittura rockeggianti; ma anche l'impianto scenografico, delle semplici quinte dipinte con paesaggi invernali e fiabeschi - ora la silouette di un castello, ora le sponde del lago, ora un bosco innevato - fa degnamente la sua parte, impreziosito dal preciso disegno luci e da effetti nebbia sempre suggestivi. E l'apparizione delle ballerine-cigno, tra nebbie e penombre, con il tema musicale universalmente conosciuto, lascia esterefatti per l'incanto e la meraviglia. Costumi fastosi, ricchissimi.
Ovviamente le evoluzioni sui pattini dei performer danzatori, ex pattinatori che sotto la guida, tra gli altri, di Evgenj Platov - due volte medaglia d'oro per la danza su ghiaccio - danno vita ai personaggi della fiaba, completano ed esaltano lo show con espressività e stupefacente facilità.
Applausi scroscianti ed entusiastici per tutta la compagnia.