Sarà che da quando sono padre certe situazioni mi toccano nel profondo, ma quando Billy estrae la lettera che sua madre gli aveva scritto per quando fosse diciottenne, la dà alla maestra di danza affinché la leggesse, e compare in scena lo spirito della madre morta a cantare e leggere con loro... bè, come si fa a non commuoversi e a trattenere le lacrime?
Ed ero pure in buona compagnia, visto che buona parte della platea singhiozzava e si asciugava gli occhi.
Stiamo parlando ovviamente di Billy Elliot, uno dei musical più amati al mondo, che in questi giorni ha fatto tappa al Politeama Rossetti di Trieste con il tour italiano dell’allestimento adattato e diretto da Massimo Romeo Piparo. Uno dei successi della scorsa e attuale stagione, dal debutto al Sistina nel maggio 2015, che ha consacrato il giovane Alessandro Frola (figlio d’arte, proviene da una famiglia di etoile e ballerini) piccola star nel ruolo del protagonista.
Nella recita vista ieri pomeriggio i ruoli principali erano tenuti dai sostituti: Christian Roberto (Billy), Arcangelo Ciulla (Michael, l’amico di Billy che gioca con le Barbie e ama vestirsi con abiti femminili), Elisabetta Tulli nel panni dell’insegnante di danza Mrs. Wilkinson, Sabrina Marciano in quelli della madre defunta.
Nonostante l’allestimento sia diverso dall’originale inglese, e le coreografie del giovane Billy ridotte (la famosa e iconica sequenza con le sedie rotanti e Billy volante, quando il protagonista è affiancato da sé stesso adulto sulle note del Lago dei Cigni, è sostituita da altri espedienti scenici, efficaci in egual misura), il musical funziona: emoziona, diverte, commuove dall’inizio alla fine. Gli si perdona qualche caduta di stile e qualche ammiccamento di troppo alla platea, ma le scene corali e di massa sono gestite bene, e Piparo riesce a rendere con maestria l’atmosfera di una periferia degradata alle prese con lo sciopero dei minatori in epoca thatcheriana, di una società allo sbando, di un quadro familiare violento che non capisce subito le vere aspirazioni di un dodicenne mandato a lezioni di boxe con l’amico effeminato perché così si diventa veri uomini.
Luca Biagini tratteggia un padre tormentato, mentre a Cristina Noci è affidato il ruolo di una spassosissima e finta tonta Nonna; Elisabetta Tulli è una convincente Mrs. Wilkinson, l’insegnante di danza che saprà riconoscere il talento del giovane Billy, mentre Jacopo Pelliccia interpreta bene lo spaesato e goffo insegnante di boxe. Maurizio Semeraro, nonostante la stazza, stupisce tutti con la grazia e i passi di danza nel suo ruolo del pianista Mr. Braithwaite. Donato Altomare è Tony, l’idealista fratello di Billy, e tanti applausi se li merita, come dicevamo, il giovane Arcangelo Ciulla nei panni di Michael, scontata l'ovazione per Christian Roberto.
Le stelle sulla volta del Rossetti che si accendono nei momenti giusti, fanno il resto.
Una storia solida, musiche di Elton John che si lasciano ascoltare e toccano picchi di emozione assoluta, scenografie efficaci, audio ben bilanciato (non c’è l’orchestra dal vivo, sarebbe stato un punto in più, sicuramente): sono tanti i motivi per non farsi scappare questo show, anche senza sedie rotanti e Billy volanti. Se per vedere i grandi titoli del musical internazionale in Italia dobbiamo accontentarci di versioni non-replica... se sono fatte bene così, ben vengano.