18 aprile 2011

CHESSpettacolo!!!

Trieste, Politeama Rossetti (e dove, sennò), 15 aprile 2011 - Vi dico subito la verità: sono rimasto letteralmente sopraffatto. Sono andato a teatro un po' impreparato, lo ammetto, perché Chess non rientra tra i musical che ascolto abitualmente, e ne conoscevo solo i brani più famosi: I know him so well, Someone else's story, Heaven help my Heart, e pochissimi altri. Mi chiedevo come facesse a reggere un intero musical su un plot così esile, un torneo di scacchi in piena Guerra Fredda, e perché mai la storia di questo show fosse stata sempre così travagliata, con allestimenti e trame diverse a seconda del paese dove veniva allestito.
E invece, sono stato travolto, e sono ancora senza fiato. In Italia non s'è visto ancora nulla del genere, benché il regista e coreografo Craig Horwood non sia nuovo a questo tipo di operazioni, già sperimentate con successo nei musical Sunset Boulevard e Martine Guerre: in Chess i performer non si "limitano" a cantare, recitare e ballare, come succede in ogni musical, ma suonano gli strumenti in scena, e gli strumenti stessi diventano via via oggetti scenici. All'inizio si rimane davvero spaesati, sembra quasi un trucco; ma bastano pochi minuti e tutto diventa incredibilmente naturale.

La trama, dicevamo. Tutto ruota attorno alle ambizioni di un uomo e di una donna: il campione russo di scacchi Anatoly Sergievsky (un potente e convincente Daniel Koek), che per i sogni di gloria sceglie di restare in Occidente; e la sua amante Florence Vassy (una dolcissima e determinata Shona White), già compagna del campione americano Freddie Trumper (un eccezionale James Fox: qualcuno si è divertito a cronometrare l'acuto in Pity the Child, uno dei brani di punta del musical. 26 secondi. Sì, ma da sdraiato). Il triangolo amoroso si complica, sullo sfondo di cospirazioni internazionali, servizi segreti, ex mogli (la brava Poppy Tierney nella parte di Svetlana: la sua apparizione nel secondo atto, per cantare Someone Else's Story, ha un che di mistico), padri creduti morti ma forse no, di strapotere delle tv, di illusioni e corruzione; e alla fine, come in ogni partita a scacchi, e come viene spiegato nel brano di apertura, ogni mossa è figlia della precedente e determinerà la seguente, e ogni partita è diversa, e comunque ci sarà un vincitore e un perdente.
Dal punto di vista musicale, Chess è una raffinata partitura pop-rock, intrisa di tutti gli stilemi degli Anni Ottanta, ma riletta con gran classe nell'orchestrazione di Sarah Travis; del resto violini, violoncelli, flauti, clarinetti e trombe abbondano tra i performer-musicisti. Un'opera che merita più di un ascolto per essere apprezzata, perché Biorn Ulvaeus e Benny Anderson - i maschi degli ABBA, per intenderci - non hanno lesinato in riprese, duetti e quartetti intricati, oltre ad aver composto alcune delle pagine più belle della storia del musical moderno.
Le scene di Christopher Woods intrappolano tutto su una grande scacchiera luminosa, che invade anche le quinte, e sulla quale, come pedine, si muovono i protagonisti e l'ensemble, vestito come i pezzi degli scacchi con sfarzo e un tocco di kitsch. E finezza nella finezza, un grande schermo sullo sfondo rimanda in diretta quello che succede in scena ripreso da piccole telecamere piazzate sulle trombe.
La vera forza di questo show, però, sta soprattutto in altro: le liriche di Tim Rice, giustamente insignito quest'anno del Premio Internazionale dell'Operetta nel corso di una cerimonia-intervista che si è tenuta nel tardo pomeriggio; e il paroliere di JCS, Evita, Il Re Leone, Joseph, era presente in sala a godersi lo show, per la gioia di decine di fans entusiasti.
Chess è arrivato al Rossetti in esclusiva nazionale - in lingua originale, con i sottotitoli in italiano (fondamentali per apprezzare i testi e l'intreccio!) - unica tappa del tour inglese nella vecchia Europa e prima dell'unica tappa oltreoceano, a Toronto in autunno.
Qui sotto il video promozionale dello spettacolo: CHESSpettacolo!

01 aprile 2011

Tim Rice a Trieste il 15 aprile

Il lyricist e librettista Tim Rice, noto in tutto il mondo per i testi del musical “Jesus Christ Superstar”, è il vincitore del Premio Internazionale dell’Operetta, giunto alla XXIII edizione.
L’annuncio ufficiale è stato dato oggi da Claudio Grizon, presidente dell’Associazione Internazionale dell’Operetta – Friuli Venezia Giulia, anche nella veste di presidente della Commissione Giudicatrice, costituita dal presidente onorario Danilo Soli, dal vice presidente Stefano Curti e dai componenti del consiglio direttivo.
Il Premio, che come da tradizione consiste in un artistico bronzetto del compianto scultore muggesano Ugo Carà, in cui si evoca il fascino della musa leggera, sarà consegnato a Sir Tim Rice nel corso di una manifestazione che l’Associazione organizzerà, con la collaborazione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, il 15 aprile 2011 alle ore 18 presso la sala Bartoli.
Tim Rice sarà infatti a Trieste in occasione delle repliche del suo musical “Chess” che lo Stabile regionale presenta in esclusiva e in prima assoluta per l’Italia, fino al 17 aprile.

“Per la prima volta dalla sua istituzione – ha sottolineato il presidente Grizon - il Premio varca la Manica e raggiunge la Gran Bretagna per coronare la fantasia e la vasta esperienza artistico-musicale di Time Rice, un vero mito della musica che con i suoi testi e le sue produzioni continua ad avvicinare al musical persone d’ogni età in tutto il mondo”.
“E’ la prima volta che attribuiamo il Premio dell’Operetta ad un protagonista del musical – ha aggiunto Grizon -: forse era giunto il momento per evidenziare, anche con questo riconoscimento, quell’evoluzione nei generi musicali che dall’operetta porta allo spettacolo e alla commedia musicale fino al musical”.

Da diversi anni ormai acclamato protagonista del mondo musicale, al di qua e al di là dell’oceano, quale autore di testi e canzoni per musical, film, produzioni televisive e radiofoniche di strepitoso successo Tim Rice è universalmente noto per il musical leggendario “Jesus Christ Superstar” che ha scritto dopo il suo fortunato incontro con il musicista Andrew Lloyd Webber. Con lui ha realizzato altri favolosi musical, tra cui spicca “Evita”. Continuando con altri musicisti una catena interminabile di successi da “La bella e la bestia” a “Chess”, vale a dire “Scacchi”, un altro geniale capolavoro, che approda al Politeama Rossetti di Trieste.

Da parte sua Danilo Soli ha messo in rilievo “l’importanza del lyricist nel mondo del musical, dove fin dai tempi di Gilbert e Sullivan, è stata una figura determinante per il successo degli spettacoli, come del resto è accaduto nel mondo dell’operetta, basti pensare ai trionfi di Carlo Lombardo”. “L’Associazione Internazionale dell’Operetta è quindi ben lieta di potergli attribuire l’ambito riconoscimento nel segno della continuità di una grande tradizione che ha spesso raggiunto le vette dell’autentica poesia”.

Webber e Sondheim insieme per un musical da Guerra e Pace

*** Quello che segue è un pesce d'aprile... ma più di qualcuno ci è cascato! ***

Due fra i più importanti compositori per il teatro musicale, Stephen Sondheim e Andrew Lloyd Webber, uniranno le forze per creare un musical da Guerra e Pace, il capolavoro di Tolstoij.
Lo hanno annunciato ieri sera nel corso di una affollatissima conferenza stampa al Barbican Centre di Londra, che nell'autunno 2013 ospiterà la prima mondiale del nuovo kolossal teatrale. Lo spettacolo aprirà contemporaneamente anche a Mosca, Vienna e Parigi; i protagonisti principali, come ormai sembra stia diventando sempre più una consuetidine, saranno scelti nel corso del talent-show War and Peace: the battle for the stage che partirà a settembre sui principali network televisivi dei paesi coinvolti nel progetto.