Vienna, 9 dicembre 2006 - E finalmente venne il giorno di Rebecca. Ho atteso tanto questa serata, da quando me ne parlò Silvester Levay in persona (che onore!) in quel di Miramare, a Trieste, per la "prima" italiana di Elisabeth. Sarà un musical romantico, pieno di mistero e suspence... mi disse. Si dimenticò un dettaglio: oltre a tutto ciò, Rebecca è un musical GRANDIOSO.
Grande in tutto, a partire dalla "R" fiammante, su sfondo blu oltre mare, proiettata sul sipario del Raimund Theater di Vienna, tra rumori di onde che si infrangono sugli scogli e versi di gabbiani che volano.
Grande nelle scenografie: dopo lampadari che precipitano, elicotteri che atterrano, barricate che si ergono, velieri che affondano, streghe che volano, pensavo che le magie teatrali avessero ancora poco da offrire. Mi sbagliavo. In Rebecca si formano sotto gli occhi i lussuosi ambienti di un hotel a Montecarlo, il salone del castello di Manderley - con una spettacolare scalinata che unisce a vista piani diversi del palco, una baracca in riva all'oceano; e le numerose e mai invadenti videoproiezioni rendono il musical molto "cinematografico", aggiungendo effetti spettacolari in più.
Grande nella storia: un sapiente intreccio di amore, morte e mistero dosato magistralmente da Daphne Du Maurier nel suo più famoso romanzo (oltre 15 milioni di copie vendute nel mondo dal 1938, anno della pubblicazione), un raffinato thriller psicologico ambientato tra Montecarlo e la Cornovaglia nel 1926 che ha ispirato a Hitchcock il film con Joan Fontaine e Laurence Olivier, al quale Michael Kunze (libretto) e Silvester Levay (musiche) si sono ispirati per il loro musical.
Grande nelle musiche. Levay non raggiunge l'insuperato Elisabeth, ma si inventa una partitura elegante, romantica e decadente, con un prologo (Ich hab getraumt von Manderley / Ho sognato Manderley) e un epilogo che si insinuano subito nella testa, e una serie di songs - tra le quali il main theme dello show, il travolgente Rebecca - che non ti lasciano più.
Grande negli interpreti: i Vereingniten Buhnen Wien hanno coinvolto un cast stellare. Wietske Van Tongeren - già vista come Elisabeth a Miramare - è la dolce, ingenua, sprovveduta "Ich". Come nel romanzo della Du Maurier, è lei l'innominata voce narrante dello show. Senza identità; del resto la protagonista invisibile è Rebecca, la bella, perfetta, inarrivabile prima moglie di Maxim De Winter, che sul palco ha il volto e la voce di Uwe Kroeger. Grande animale da palcoscenico, primadonna del musical tedesco e austriaco, in questo ruolo non si smentisce, calandosi perfettamente nell'angosciato e tormentato ruolo di vedovo con un ingombrante mistero da nascondere. Susan Rigvava-Dumas è la vera, grande, rivelazione dello show. La sua Mrs. Danvers, la governante di Manderley ossessionata dal culto di Rebecca, domina la scena dal primo momento in cui appare. Fredda, glaciale, immensa, con una voce da brivido. Carin Filipcic è l'ingombrante, divertente, dirompente Mrs. Van Hopper, la miliardaria americana alle cui dipendenze, come dama di compagnia, all'inizio dello show troviamo "Ich". E' suo uno degli showstopper del musical, I'm an american woman, in perfetto Broadway-style. Kerstin Ibald è Beatrice, la sorella di Maxim; soprano dolcissimo, con la sua vitalità saprà far trovare ad "Ich" la forza per reagire a Mrs. Danvers e al mistero attorno alla morte di Rebecca con l'altra hit dello spettacolo, Die staerke einer liebenden frau / La forza di una donna innamorata (The power of a woman in love nella versione internazionale di Gloria Gaynor). Norberto Bertassi è lo spaesato Ben, il pescatore ritardato che avrà il suo ruolo nello sbrogliarsi della matassa; Carsten Lepper è Jack Favell, l'irritante cugino-amante di Rebecca pronto al ricatto per guadagnarci qualcosa dalla morte della donna; André Bauer, infine, è il rassicurante Frank Crawley, il contabile di Manderley pronto a difendere Maxim dalle pesanti accuse nei suoi confronti.
La regia di Francesca Zambello ricorda l'opera lirica, con pochi movimenti corali ma studiati nei minimi dettagli - come in Die neue Mrs. De Winter / La nuova Mrs. De Winter, con tutta la servitù di Manderley ad aspettare il padrone con la nuova moglie, o in Der Ball von manderley / Il ballo a Manderley, la grande festa in costume a cui segue I'm an american woman; o in Strandgut / Incagliamento, quando la folla di paesani accorre sulla spiaggia per cercare di disincagliare un veliero, che porterà alla scoperta del relitto con all'interno il corpo di Rebecca - e una abbondanza di asolo e duetti, funzionali agli stupefacenti cambi di scena.
Quasi tre ore di spettacolo con la "S" maiuscola, un autentico piacere per gli occhi e per le orecchie.
E il fatto che fosse tutto in tedesco... bé, io mi ero adeguatamente preparato leggendo il romanzo - che consiglio a tutti i miei quattro lettori - e guardando il film, ma nell'elegante e dettagliato programma di sala c'è la sinossi dello show anche in inglese.
Purtroppo il cd con il cast originale raccoglie soltanto gli highlights dello spettacolo, mancando del tutto i divertenti battibecchi iniziali di Mrs. Van Hopper (ed almeno due sue canzoni), molti momenti parlati con la ripresa dei temi musicali a far da sottofondo e - soprattutto - la prima, folgorante esecuzione di Rebecca e il finale del primo atto, quando "Ich" prova il costume bianco nella sua camera, scende la scalinata con uno stupefacente effetto scenico e viene bloccata da Maxim sulle note del primo "reprise" di Rebecca. Confido che un cd completo (e perché no, anche un dvd, considerato che lo show è destinato comunque a chiudere prima del 2008) sia realizzato quanto prima.
Insomma, ammiro sempre di più questi austriaci. E spero prima o dopo di poterli rivedere, e risentire, anche in Italia.
Ed ora, godetevi gli 8 minuti di questo promo realizzato dalla ORF...
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