29 aprile 2010

La Bella e la Bestia

Milano, Teatro Nazionale, 20 aprile 2010 - Non è una questione di marketing, o di improvvisa mancanza di capacità di giudizio: La Bella e la Bestia, ancora in scena al Nazionale di Milano fino al 30 maggio, a più di 6 mesi dal debutto, è proprio un gran bello spettacolo.
Certo, il marketing conta, soprattutto in una produzione come questa che doveva lanciare la scommessa del "stiamo in cartellone finché c'è pubblico", come si fa a Londra, Broadway, Vienna, Amburgo e tutte le grandi capitali - e non - che hanno capito che a investire in un grande musical ci guadagnano tutti: turismo prima di tutto, e quindi trasporti, bar, ristoranti, senza contare l'indotto stesso creato dallo spettacolo: sartorie, laboratori teatrali, maschere, e quant'altro faccia funzionare una macchina così complessa come un grosso show; e naturalmente la crescita dello spettatore - e la cattura di nuovi - che forse è l'impresa più difficile, da coltivare ed educare allo spettacolo fatto come si deve.
La scommessa è stata vinta: con oltre 230.000 biglietti venduti, la Bella e la Bestia staziona ai piani alti degli spettacoli più visti della stagione; e considerando che è uno spettacolo stabile, è un gran bel risultato, che ha già spronato la Stage Entertainment Italia a lavorare sul prossimo autunno e mettere in piedi la versione italiana di Mamma mia! a Milano - al posto della Bella, che si sposterà al Brancaccio di Roma - e il tour di Flashdance, un'altra novità per il nostro paese.
Ma veniamo allo spettacolo, visto in gran tranquillità in un anonimo martedì sera, in una platea riempita appena per un terzo (d'altronde sei mesi son sei mesi!), ma che ha fatto sentire più e più volte un acceso e convinto entusiasmo.
Anche se l'allestimento è ridotto rispetto all'originale di Broadway e Londra, la cura e l'attenzione maniacale per ogni dettaglio si notano tutti, dai costumi sfarzosi ai microfoni invisibili, dalla fonica bilanciatissima alle coreografie precise, dai fluidi e silenziosi cambi di scena alla regia puntuale.
Il nuovo adattamento in italiano migliora di gran lunga, senza farlo rimpiangere, quello del film Disney da cui tutto è nato; e Franco Travaglio dimostra ancora una volta, con questo lavoro, che bastano poche parole, scelte con estrema cura, per ricreare la magia del testo originale.
I costumi sono autentici capolavori di estro e fantasia: ogni costumista in futuro dovrà fare i conti con questo show che porta in scena orologi, candelabri, teiere e tazzine (adorabile il bambino che interpreta Chicco!), piumini e armadi parlanti, rendendoli terribilmente credibili.
I protagonisti: martedì sera c'era di scena la sostituta di Arianna - titolare del ruolo di Belle: Gaia Bellunato, voce e portamento inquietantemente uguali. Sembrava un clone: il che non saprei dire se è un bene o meno. Ma il risultato funzionava, eccome, e questo in fondo è ciò che conta.
Michel Altieri si conferma come una Bestia scostante, rabbiosa, permalosa, ma capace di grandi slanci di umanità e tenerezza; e soprattutto di una voce tonante e sicura come poche se ne sentono. Ho saputo in seguito che quella sera era giù di voce. Io non me ne sono minimamente accorto.
Manuela Zanier è una dolcissima e materna Mrs. Bric; a lei il compito delicato di cantare la hit dello spettacolo, durante il ballo che ha fatto sognare milioni e milioni di bambini (e non solo loro, in verità).
Andrea Croci è la grande rivelazione del musical: muscoli e peli ben in vista, dà vita, voce e corpo al Gaston più narcisista e maschilista che ci possa essere; e i pugni – accompagnati dal tipico suono da cartone animato – che sferra al povero (ed acrobatico) Roberto Giuffrida (Letont), sono accompagnati ogni volta da risatine di consenso.
Emiliano Geppetti (Lumiere) e Simone Leonardi (Din Don, nel cartoon Disney conosciuto come Mr. Tokins), sono una coppia comica esplosiva, sempre in bilico tra la buffoneria e l'amara consapevolezza di trasformarsi inesorabilmente in oggetti d'arredo.
Tania Polla interpreta con garbo, ironia e malinconico divismo Madame de la Gran Bouche, la cantante lirica che rimane suo malgrado intrappolata in un corpo da armadio. Tutto il resto del cast (nel quale abbiamo individuato anche Christian Ruiz, ora panettiere, ora villano, ora oste), si muove con precisione millimetrica.
Non si può dire che bene dell’orchestra diretta da Simone Manfredini. Romantica, tonante all’occorrenza, ma mai sovrastante le voci.
Parliamo di difetti? Pochi, ma ce ne sono. Il più evidente, però, è davvero clamoroso: se nel cartoon la rivelazione della Bestia avveniva per cenni, per poi palesarsi in quella bellissima inquadratura nelle segrete del castello – quando la Bestia si sposta sotto un fascio di luce, che ne illumina il viso -, nel musical teatrale viene spiattellata fin dall’overture; ed anche il primo ingresso nel castello avviene a luce piena, e risulta un po’ fuori luogo la frase di Belle “venite sotto la luce”, quando di luce ce n’è già in abbondanza.
Anche la trasformazione finale, sotto la coperta, rimane un po’ deludente, lontana anni luce dalle illusioni create da David Copperfield per Broadway.
Sono due cose che disturbano magari l’occhio più smaliziato, ma il pubblico sembra non accorgersene, e decreta, come già detto, un’ovazione interminabile, e meritatissima, allo show.

4 commenti:

Martina ha detto...

Caro Franz, come capita spesso condivido il tuo commento. La scommessa della lunga tenuta e dello show di qualità è sicuramente stata vinta dalla Stage.
Bisgna comunque ammettere che siamo molto lontani dai livelli degli spettacoli di oltremanica, che sono riusciti a stare in cartellone per anni interi, ma considerando che per gli italiani si trattava della "prima volta", penso che sia un risultato più che positivo.

Piuttosto... Si sa se esiste un "Cast recording"?

Francesco Moretti ha detto...

Io pensavo di far man bassa di gadget, invece... zero di zero!
Programma di sala esaurito ("Sarà ristampato in autunno", mi è stato detto da una maschera), niente cd, niente tazze, niente magliette, niente di niente. Da questo punto di vista, una delusione.
Sulla lunga tenuta, è vero, paragonata ai cartelloni d'oltremanica (ma anche d'oltralpe), sembra ridicola. Ma siamo in Italia, dove anche uno spettatore di Novara o di Bergamo dice: ma "La Bella e la Bestia" quando arriva nel teatro cittadino?

Anonimo ha detto...

eppure so che il cd lo hanno registrato!
Cri

Francesco Moretti ha detto...

Cri, probabilmente lo terranno per il gran debutto a Roma...