16 ottobre 2009

Gatti in saldo

Ahimé, devo essere brutale. La Compagnia della Rancia ha avuto il coraggio - questo sì, bisogna dargliene atto a Marconi - di stravolgere il CATS planetario che tutti conosciamo, se non per averlo visto dal vivo, perlomeno nella versione in DVD.
Ma non ci siamo. Le nuove coreografie, ideate da Daniel Ezralow, non vanno più in là di sculettamenti, alzatine di spalle, mani sfarfallanti e qualche piroetta. Cancellate le geniali movenze feline di Gillian Lyne, che erano l'impronta (è il caso di dirlo) del musical, qui sembra di essere al più piatto dei game-show serali, tra letterine, ereditiere e compagnia bella. E' vero, non mi intendo certo di danza; però, quando nel Jellicle Ball, che dovrebbe essere il clou della festa, i gatti si mettono il kimono nero e si muovono al ralenty come fosse un rito giapponese, checché ne dica Marconi, mi è sembrato di vedere uno dei momenti più bassi della Tosca di Dalla (anche lì c'era Ezralow), il balletto dei preti e delle suore in mutande e tonache. Il che è tutto dire.
I costumi. Allora, francamente, parlare di costumi è azzardato. La Maison Coveri ha elaborato una serie di tute e pigiami che neanche nei peggiori outlet. Sembrano costumi in saldo che potrebbero usare le compagnie amatoriali. Se poi aggiungiamo il trucco, per metà una maschera rigida sul volto, si toglie anche tutta l'espressività che era l'altro tocco in più di Cats.
C'è anche del buono, che discorsi. La scenografia. L'impatto è suggestivo: il retro di un luna park, un grande ottovolante illuminato dalla pallida luce della luna, una rete che i gatti useranno spesso e volentieri, e poi tazze rotte, giornali, lattine, copertoni.
E poi le voci, e l'orchestra. Il cast, dal punto di vista vocale, è ottimo. Appena recupero i nomi, li faccio più che volentieri, per il momento una nota di merito particolare a Deuteronomio e Grisabella, quest'ultima con la bella voce di Giulia Ottonello (però, in Memory, non mi si può tagliare così la coda...). L'orchestra, 15 elementi, non sbava una nota, interpretando magistralmente la raffinata e complessa partitura webberiana.
L'adattamento. Onore a Franco Travaglio, che ancora una volta ha saputo cogliere tutte le sfumature del complesso testo di Thomas Eliot, riuscendo a incastrarle nella melodia con garbo e sprazzi di semantica genialità.
Anche le invenzioni registiche non mancano, bisogna darne atto a Marconi (con il quale, subito dopo lo show, ho scambiato quattro chiacchiere; ovviamente ha difeso a spada tratta la sua creatura, quando gli ho accennato le mie perplessità): l'ouverture rinuncia ai gatti che spuntano da ogni dove in platea e sul palco, per poi rovesciarli addosso al pubblico - con gran divertimento - durante The Naming of Cats; Jennyanydots rinuncia al tip-tap per un'originale scena su enormi gomitoli di lana; Skymbleshanks viaggia su e giù per il palco a bordo di un enorme carrello della spesa; Mungojerrie e Rumpleteazer letteralmente fanno acrobazie con un copertone; Deuteronomio che legge l'Old Possum Book of Practical Cats ad inizio del secondo atto; e tutto il numero di Gus è da antologia per le soluzioni trovate e - soprattutto - per il testo di un'ironia sopraffina. Peccato per l'uscita di scena di Grisabella, che scimmiotta l'originale sul copertone volante, stavolta scegliendo la tazza di cui sopra, ma nel quale manca tutto l'emozionante pathos dell'originale.
Il pubblico, che gremiva il Teatro Nuovo in ogni ordine di posto, ha comunque gradito.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

ecco.. temevo che sarebbe andata così... ma perchè stravolgere la perfezione? Non sono mica sicura che andrò a vederlo...Cri

Francesco Moretti ha detto...

Ma no, Cri, vai: voci, cori e orchestra sono eccezionali. Certo, non basta, però...

Anonimo ha detto...

No Franz, non basta, quando corpi, movimenti e costumi sono alla base di una storia così secondo me tutto il resto non è sufficiente.. poi vedremo.. Cri

Martina ha detto...

Bah, che vuoi, quando le coreografie le fai fare al gran maestro della DeFilippi non puoi stupirti di assistere a balletti degni di reality sciò... :-S E sarò sincera, fin dall'inizo il nome di Erzalow mi era piaciuto poco. Odio dover dire "io l'avevo detto", ma stavolta l'avevo proprio detto, anzi, scritto sul blog. :-P
Epperò, visto che cerco sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno, penso che potrei comunque andare a vedere lo spettacolo nella sua tappa fiorentina. In fondo le musiche sono magistrali, il cast mi sembra interessante, e le traduzioni mi incuriosiscono un bel po'. Del resto, io sono sempre stata a favore di tagliare i pezzi ballati dai musical... :-PP
(SCHERZO!!)

Per finire, una nota su Tosca: Milano (da cui sono tornata ieri sera, recensione a breve), era tappezzata di manifesti dello spettacolo. Sembra che a Novembre ci sarà una riproposizione di questo show. L'erba cattiva non muore proprio mai, eh?

Francesco Moretti ha detto...

Cioè, sei andata a Milano a vedere TOSCA di Dalla? Oh, povera!

Martina ha detto...

Ma no, Franz! Non sprecherei mai i sudati quattrini così! Di Tosca ho il cd e tanto mi basta (anzi, se interessa lo rivendo...) A Milano mi sono goduta la Bella e la Bestia! :-D

Francesco Moretti ha detto...

Ah ecco, mi pareva impossibile!
Per un attimo mi hai destabilizzato!
^__^
Ok, allora attendo fiducioso di leggere cosa pensi di B&B !

Anonimo ha detto...

Riguardo ad Ezralow non so che dire.. ho visto sue coreografie in altri contesti ben lontani da Amici e beh, non ero preoccupata..ora sinceramente sono perplessa!! Cri

Anonimo ha detto...

Io l'ho visto ad Alessandria e l'ho trovato fantastico. Tutto: regia, interpretazioni, trovate, coreografie e anche i costumi le maschere e i trucchi. Ha avuto una standing ovation di dieci minuti. Sembra che abbiamo visto due spettacoli diversi... Però questa è l'unica critica poco positiva che ho letto. Porro sul Corriere lo considera il musical dell'anno. Il mondo è bello perché è vario.

Francesco Moretti ha detto...

@ anonimo: considera anche che Porro ha giudicato "troppo perfetta", e perciò non adatta al provinciale pubblico di casa nostra - abituato a improvvisazioni e arrangiamenti - la versione italiana de "La Bella e la Bestia". Ma altri ben più titolati di me hanno espresso perplessità su "Cats". Comunque, la mia recensione ufficiale dovrebbe andare sul sito di Amici del Musical. Dovrebbe.