Le più belle canzoni dai musical Disney, accanto ai grandi classici di Garinei & Giovannini ma anche del teatro musicale moderno, da Lloyd Webber a Kunze & Levay, e del musical cinematografico, tutte in una sera: accadrà a Gorizia sabato 10 maggio alle 20.30, alla Sala del Centro Culturale Incontro di San Rocco con il concerto Le Stelle del Musical.
L’incantevole voce della giovane Federica Bressan si alternerà e duetterà con il coro SANROCCOCANTA, composto da oltre quaranta bambini e diretto da Rita De Luca, accompagnati da una band dal vivo di ben otto elementi.
Presenterò io!
In programma alcune delle più conosciute canzoni tratte dai grandi cartoni animati e film musicali della Disney (“Tutti quanti voglion fare jazz” da Gli Aristogatti, “I colori del vento” da Pocahontas, “Con un poco di zucchero” da Mary Poppins); dai più famosi musical cinematografici come Il mago di Oz (“Over the rainbow”), Yentl con Barbra Streisand (“Papa, can you hear me?”), Tutti insieme appassionatamente (“Le cose che piacciono a me” e “Do Re Mi”); dagli ormai grandi classici del teatro musicale moderno come Evita (“Don’t cry for me Argentina”), Cats (l’immortale “Memory”), A chorus line (“Niente”); da un evergreen del Sistina di Roma come Aggiungi un posto a tavola; e dalla struggente “Gold von den sternen” dal musical austriaco Mozart!.
L’ingresso al concerto è libero. Naturalmente siete tutti invitati!
30 aprile 2008
25 aprile 2008
Variazioni su Lloyd Webber, la recensione
Trieste, 14 aprile 2008 - Non è facile cantare brani di Andrew Lloyd Webber. “E’ perché quando scrive un pezzo, lo fa avendo in mente uno strumento, non la voce”, mi racconta Davide Calabrese, dopo il recital “Variazioni su Lloyd Webber” alla Sala Bartoli. “E quindi, ti trovi a dover affrontare un’estensione vocale pazzesca!”
In effetti, se bisogna fare un appunto critico alle performance del giovane cantante triestino e della sua compagna Alberta Izzo, che lo ha affiancato in questo intenso concerto, è proprio qualche incrinatura e difficoltà nel reggere i lunghi acuti che Lloyd Webber si diverte a piazzare nei finali. Per il resto, un’oculata scelta della scaletta e un paio di gustose trovate sceniche fanno di queste “Variazioni” un piccolo Bignami webberiano ad uso e consumo sia del grande pubblico – che ha affollato la sala – che dei palati più esigenti.
Il concerto, dopo l’overture dal Joseph suonata magistralmente da Corrado Gulin al pianoforte, si apre con Calabrese alle prese con un esame: deve parlare di Webber, che giudica troppo commerciale, cercando quindi di virare su Sondheim… Ma l’esaminatore immaginario incalza: mi parli di Webber e non si discute! E allora ecco spuntare la voce di Rita Pavone con “Try it and see”, clamoroso flop portato da un giovanissimo Webber in coppia con Tim Rice all’Eurofestival di fine anni Sessanta. Peccato che quella canzone, opportunamente rimaneggiata, sia diventata la clamorosa “King Herod’s song” inserita in Jesus Christ Superstar, che Calabrese interpreta e fa sua in maniera impeccabile.
Segue l’altro grande classico “I don’t know how to love him”, con l’entrata in scena di Alberta Izzo (confesso che non mi riesco a togliere dalla testa la sua Sandy; l’effetto è straniante…). I due insieme si lanciano poi in Evita: “Oh what a circus”, poi la scatenata “Buenos Aires” (complimenti a Gulin, mica è una tranquilla ballata da recital, questa!) e la dissonante “Goodnight and thank you”, dove Calabrese e Izzo dimostrano grande affiatamento e precisione.
La parte dedicata a Song & Dance si apre con un gustosissimo numero di tip tap eseguito dal ballerino Marco Rea, primo ospite della serata, che nei panni di un compassato cameriere si lascia andare sulle note delle prime “Variations”; Alberta canta giudiziosamente “Tell me on a Sunday”, mentre Davide interpreta al maschile “Unexpected song”, regalandole una sonorità nuova e più intima. Segue il momento lirico: entra in scena il secondo ospite, il tenore Raul D’Eramo, che canta da solista la delicata “Pie Jesu” dall’anomalo Requiem; e l’effetto è sorprendente.
Corrado Gulin, dopo questo momento così composto, irrompe con l’Overture dal Fantasma dell’Opera, compiendo miracoli pianistici; Alberta canta “Think of me”, e in coppia con Davide il grande classico strappalacrime e strappapplausi “All I ask of you”.
Ed ecco un divertente e inaspettato fuori programma: il duetto dei gatti di Rossini, “miagolato” con simpatia da Alberta e Raul; un simpatico preludio a Cats, attesissimo al Rossetti a fine maggio, e alla parte del recital dedicato a questo indimenticabile musical. Davide recita sulle note di “The naming of Cats” la traduzione italiana dell’omonima poesia di Thomas Eliot; Alberta si improvvisa felina furfante con “Macavity”, Davide racconta cantando le vicende di “Old Gumbie Cat” (con un altro intervento tip-tapposo di Marco Rea) mentre con Raul si cimenta nel toccante duetto dedicato a “Old Deuteronomy”.
Finale in crescendo: ancora Raul con “Love changes everything” da Aspects of Love, Davide con “The greatest star of all” da Sunset Boulevard e Alberta con “Whistle down the wind” dal musical omonimo – canzone e circostanza scelta non a caso: sembra di vedere lo stesso Webber al pianoforte e Lottie Mayor nel finale della “Celebration” alla Royal Albert Hall.
Applausi e ovazioni a non finire per tutti e cinque i protagonisti; e non possono mancare i bis. Prima il duettone “Too much in love to care”, ancora da Sunset Boulevard, con Davide e Alberta che diventano Joe Gillis e Betty Schaefer, e poi tutti insieme per una versione corale di “Love changes everything”.
Uno spettacolo gradevolissimo, di buon gusto, che spero trovi spazio anche in altre città italiane.
P.S.: non mi sono dimenticato dell'intervista... pazientate gente, pazientate!
In effetti, se bisogna fare un appunto critico alle performance del giovane cantante triestino e della sua compagna Alberta Izzo, che lo ha affiancato in questo intenso concerto, è proprio qualche incrinatura e difficoltà nel reggere i lunghi acuti che Lloyd Webber si diverte a piazzare nei finali. Per il resto, un’oculata scelta della scaletta e un paio di gustose trovate sceniche fanno di queste “Variazioni” un piccolo Bignami webberiano ad uso e consumo sia del grande pubblico – che ha affollato la sala – che dei palati più esigenti.
Il concerto, dopo l’overture dal Joseph suonata magistralmente da Corrado Gulin al pianoforte, si apre con Calabrese alle prese con un esame: deve parlare di Webber, che giudica troppo commerciale, cercando quindi di virare su Sondheim… Ma l’esaminatore immaginario incalza: mi parli di Webber e non si discute! E allora ecco spuntare la voce di Rita Pavone con “Try it and see”, clamoroso flop portato da un giovanissimo Webber in coppia con Tim Rice all’Eurofestival di fine anni Sessanta. Peccato che quella canzone, opportunamente rimaneggiata, sia diventata la clamorosa “King Herod’s song” inserita in Jesus Christ Superstar, che Calabrese interpreta e fa sua in maniera impeccabile.
Segue l’altro grande classico “I don’t know how to love him”, con l’entrata in scena di Alberta Izzo (confesso che non mi riesco a togliere dalla testa la sua Sandy; l’effetto è straniante…). I due insieme si lanciano poi in Evita: “Oh what a circus”, poi la scatenata “Buenos Aires” (complimenti a Gulin, mica è una tranquilla ballata da recital, questa!) e la dissonante “Goodnight and thank you”, dove Calabrese e Izzo dimostrano grande affiatamento e precisione.
La parte dedicata a Song & Dance si apre con un gustosissimo numero di tip tap eseguito dal ballerino Marco Rea, primo ospite della serata, che nei panni di un compassato cameriere si lascia andare sulle note delle prime “Variations”; Alberta canta giudiziosamente “Tell me on a Sunday”, mentre Davide interpreta al maschile “Unexpected song”, regalandole una sonorità nuova e più intima. Segue il momento lirico: entra in scena il secondo ospite, il tenore Raul D’Eramo, che canta da solista la delicata “Pie Jesu” dall’anomalo Requiem; e l’effetto è sorprendente.
Corrado Gulin, dopo questo momento così composto, irrompe con l’Overture dal Fantasma dell’Opera, compiendo miracoli pianistici; Alberta canta “Think of me”, e in coppia con Davide il grande classico strappalacrime e strappapplausi “All I ask of you”.
Ed ecco un divertente e inaspettato fuori programma: il duetto dei gatti di Rossini, “miagolato” con simpatia da Alberta e Raul; un simpatico preludio a Cats, attesissimo al Rossetti a fine maggio, e alla parte del recital dedicato a questo indimenticabile musical. Davide recita sulle note di “The naming of Cats” la traduzione italiana dell’omonima poesia di Thomas Eliot; Alberta si improvvisa felina furfante con “Macavity”, Davide racconta cantando le vicende di “Old Gumbie Cat” (con un altro intervento tip-tapposo di Marco Rea) mentre con Raul si cimenta nel toccante duetto dedicato a “Old Deuteronomy”.
Finale in crescendo: ancora Raul con “Love changes everything” da Aspects of Love, Davide con “The greatest star of all” da Sunset Boulevard e Alberta con “Whistle down the wind” dal musical omonimo – canzone e circostanza scelta non a caso: sembra di vedere lo stesso Webber al pianoforte e Lottie Mayor nel finale della “Celebration” alla Royal Albert Hall.
Applausi e ovazioni a non finire per tutti e cinque i protagonisti; e non possono mancare i bis. Prima il duettone “Too much in love to care”, ancora da Sunset Boulevard, con Davide e Alberta che diventano Joe Gillis e Betty Schaefer, e poi tutti insieme per una versione corale di “Love changes everything”.
Uno spettacolo gradevolissimo, di buon gusto, che spero trovi spazio anche in altre città italiane.
P.S.: non mi sono dimenticato dell'intervista... pazientate gente, pazientate!
16 aprile 2008
Calabrese & Friends alle prese con Lloyd Webber
L'altro ieri pomeriggio ho passato un'oretta e mezza davvero piacevole con le Variazioni su Lloyd Webber del duo Davide Calabrese & Alberta Izzo, che per l'occasione - oltre all'impareggiabile pianista Corrado Gaulin - hanno ospitato il tenore Raoul D'Eramo e il ballerino Marco Rea.
Un bel spettacolino, condotto con garbo e buon gusto, una scelta oculata dei brani (ma che difficili, santo cielo: cantare Lloyd Webber è impresa ardua!) e un paio di piacevolissime sorprese hanno creato il giusto equilibrio tra il divertimento e il gusto di vedere e sentire una cosa fatta bene.
Non ho detto a caso che il repertorio webberiano è difficile; anzi, è spietato. Purtroppo qualche incertezza - specialmente nelle note più acute e più lunghe - si è sentita, ma a parer mio perdonabile.
Sarò più esaustivo tra qualche giorno, ora sono a Valenza e sto "rubando" un pizzico di tempo per buttar giù questo post.
Dopo il recital ho scambiato quattro chiacchiere con i protagonisti, che saluto calorosamente, e prometto che al più presto riporterò il tutto. Abbiate pazienza, anche voi fedeli lettori!
Un bel spettacolino, condotto con garbo e buon gusto, una scelta oculata dei brani (ma che difficili, santo cielo: cantare Lloyd Webber è impresa ardua!) e un paio di piacevolissime sorprese hanno creato il giusto equilibrio tra il divertimento e il gusto di vedere e sentire una cosa fatta bene.
Non ho detto a caso che il repertorio webberiano è difficile; anzi, è spietato. Purtroppo qualche incertezza - specialmente nelle note più acute e più lunghe - si è sentita, ma a parer mio perdonabile.
Sarò più esaustivo tra qualche giorno, ora sono a Valenza e sto "rubando" un pizzico di tempo per buttar giù questo post.
Dopo il recital ho scambiato quattro chiacchiere con i protagonisti, che saluto calorosamente, e prometto che al più presto riporterò il tutto. Abbiate pazienza, anche voi fedeli lettori!
12 aprile 2008
Operetta prossima ventura
Buone notizie: mi è appena arrivato per posta l'invito alla conferenza stampa di presentazione del Festival Internazionale dell'Operetta di Trieste - Estate 2008. Due le date: il 22 aprile a Milano (Teatro dal Verme, ore 12) e 23 aprile a Trieste, al Ridotto del Teatro Verdi (ore 11.30). Incredibile ma vero, probabilmente riuscirò ad essere presente a Trieste!
08 aprile 2008
Rebecca a Trieste!
No no, non è un pesce d'aprile in ritardo, è la verità: Rebecca è a Trieste. Ovviamente non mi riferisco al musical di Kunze & Levay, magari... ma alla fiction in onda tra ieri e oggi su Raiuno, con Alessio Boni (Max De Winter), Mariangela Melato (la signora Danvers) e Cristina Capotondi nella parte di "Ich" che chissà perché - forse per ragioni di sceneggiatura? - è stata battezzata Jennifer. Il bello del romanzo, del film che ne ha fatto Hitchcock e del musical viennese era proprio la narrazione in prima persona di questa fanciulla innominata, ma per i telespettatori nostrani evidentemente questa sottigliezza era pretendere troppo.
Ma tant'è. La cosa che più mi ha divertito, aldilà dei pregi e difetti di questa riduzione televisiva, è stato riconoscere tanti luoghi triestini e non che sono serviti a ricostruire Montecarlo e il Castello di Manderley: la passeggiata "Napoleonica" sotto Monte Grisa che è diventata la Costa Azzurra; piazza Unità d'Italia addobbata di palme diventata Montecarlo; il palazzo del Governo trasformato in Grand Hotel; i giardini del parco di Miramare come giardini del medesimo hotel; e la chicca più clamorosa, il fascinoso Castello di Miramare trasformato nella tenuta di Manderley. Tra l'altro, la baracca di Ben esiste veramente: è situata in una piccola insenatura sotto il Castello di Duino, l'altro spettacolare maniero della costa triestina, proprio di fronte allo "scoglio di Dante" e nei pressi del panoramico sentiero "Rilke".
Ieri sera la stanchezza ha avuto il soppravvento, e mi sono addormentato. Ma non mi sembrava poi tanto male questo film tv. Stasera registro la seconda parte, poi vi racconterò.
Ma tant'è. La cosa che più mi ha divertito, aldilà dei pregi e difetti di questa riduzione televisiva, è stato riconoscere tanti luoghi triestini e non che sono serviti a ricostruire Montecarlo e il Castello di Manderley: la passeggiata "Napoleonica" sotto Monte Grisa che è diventata la Costa Azzurra; piazza Unità d'Italia addobbata di palme diventata Montecarlo; il palazzo del Governo trasformato in Grand Hotel; i giardini del parco di Miramare come giardini del medesimo hotel; e la chicca più clamorosa, il fascinoso Castello di Miramare trasformato nella tenuta di Manderley. Tra l'altro, la baracca di Ben esiste veramente: è situata in una piccola insenatura sotto il Castello di Duino, l'altro spettacolare maniero della costa triestina, proprio di fronte allo "scoglio di Dante" e nei pressi del panoramico sentiero "Rilke".
Ieri sera la stanchezza ha avuto il soppravvento, e mi sono addormentato. Ma non mi sembrava poi tanto male questo film tv. Stasera registro la seconda parte, poi vi racconterò.
04 aprile 2008
Un attimo di respiro...
Sono confuso, e soffro di dissociazione spazio-temporale. E' una malattia lavorativa che mi sono inventato io; i sintomi: svegliarsi di notte in un'anonima camera d'albergo e non sapere in che città si è, da dove si viene e dove si va. La cosa può degenerare anche di giorno, quando si cerca di ricordare qualcosa e non si riesce a collocarlo nella giusta dimensione spaziale e temporale. Credo dipenda dalle migliaia di chilometri che faccio con il mio lavoro, e dalle centinaia di caselli autostradali che attraverso, e dalle decine di sale convegni e alberghi che frequento, in questo periodo almeno tre alla settimana.
Un attimo di respiro, please. Proprio l'altro ieri sera, mentre ero in viaggio da Grottammare (AP) - dove non sono riuscito a combinare un aperitivo con la mitica Mimma, ma mi sono ricordato mentre ci andavo che abitava a 20 km da lì - a Modena, un sms inaspettato mi ha ricordato un appuntamento a cui tengo molto: il recital Variazioni su Lloyd Webber, che il 14 aprile vedrà impegnati alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti Davide Calabrese, Alberta Izzo, il ballerino Marco Rea e il tenore Raul D'Eramo; al pianoforte Corrado Gulin.
Ho immediatamente chiesto il lunedì pomeriggio libero, considerato che il recital è alle 18; il grande capo ha detto sì. Evvai!
Altra buona notizia: ho tanto sbraitato in ufficio, dopo aver procurato biglietti a tutti i colleghi per Cats - e io rischiavo di rimanerne fuori! - e alla fine l'ho vinta io: il 28 maggio, data dell'attesissima prima italiana, non abbiamo nessun evento in calendario! (o meglio: sarò a Belluno il 27 e a Verona il 29, ma li facciamo agevolmente andata e ritorno in giornata) Quindi: alla prima di Cats ci sarò anch'io!!!
Un attimo di respiro, please. Proprio l'altro ieri sera, mentre ero in viaggio da Grottammare (AP) - dove non sono riuscito a combinare un aperitivo con la mitica Mimma, ma mi sono ricordato mentre ci andavo che abitava a 20 km da lì - a Modena, un sms inaspettato mi ha ricordato un appuntamento a cui tengo molto: il recital Variazioni su Lloyd Webber, che il 14 aprile vedrà impegnati alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti Davide Calabrese, Alberta Izzo, il ballerino Marco Rea e il tenore Raul D'Eramo; al pianoforte Corrado Gulin.
Ho immediatamente chiesto il lunedì pomeriggio libero, considerato che il recital è alle 18; il grande capo ha detto sì. Evvai!
Altra buona notizia: ho tanto sbraitato in ufficio, dopo aver procurato biglietti a tutti i colleghi per Cats - e io rischiavo di rimanerne fuori! - e alla fine l'ho vinta io: il 28 maggio, data dell'attesissima prima italiana, non abbiamo nessun evento in calendario! (o meglio: sarò a Belluno il 27 e a Verona il 29, ma li facciamo agevolmente andata e ritorno in giornata) Quindi: alla prima di Cats ci sarò anch'io!!!
Iscriviti a:
Post (Atom)