Cronaca di una magica serata primaverile, di un "tepida notte" col sapore delle grandi prime internazionali, col tappeto rosso fuori dal teatro, con i proiettori rotanti che illuminano le facciate del Rossetti con luminosi occhi di gatto, con telecamere, autorità e il sottoscritto e l'Amica del Musical Sara che in diretta radiofonica su Radioattività raccontano tutto questo prima che l'incanto inizi. Era la prima volta che parlavo in radio: e per più di venti minuti, mi è sembrata la cosa più naturale del mondo. Abbiamo chiacchierato di CATS, naturalmente, delle aspettative per la serata, della gente che man mano affollava il viale e ordinatamente entrava in teatro, e intervistato al volo Stefano Curti - per chi ancora non lo sa, il direttore organizzativo del Teatro e la "mente" dietro il tour italiano di CATS, emozionato e soddisfatto, e Davide Calabrese e Alberta Izzo, belli, eleganti e sornioni (sarà l'atmosfera felina?).
Prima buona notizia: CATS non finirà in Italia, anzi; è appena alla sua seconda vita, e davanti, prima di aspirare all'Heavyside Layer, ne ha almeno altre sette. Parola di David Ian, il mega-produttore galattico che ieri sera, di fronte al pubblico che letteralmente gremiva platea, gallerie e loggione del Politeama Rossetti, gongolava felice. Durante l'intervallo l'ho conosciuto e intervistato (abbiate pazienza, miei lettori, posterò tutto!), e ho persino fatto da traduttore alla sua compagna che voleva sapere cosa era uscito sulla stampa locale. Per un pelo ci siamo persi la comparsata di Lord Lloyd Webber in persona, trattenuto a Londra da impegni improrogabili; magari la prossima volta? (che ci sarà, ne sono sicuro).
Seconda buona notizia: CATS non delude mai, anzi come una buona bottiglia di vino rosso, migliora con gli anni. L'intramontabile alchimia fiabesca che da 27 anni incanta le platee di tutto il mondo si è ripetuta anche ieri, dal primo momento in cui si entra a teatro, e si resta affascinati da questa enorme luna piena, appena appena velata, che illumina la discarica più famosa del teatro musicale, fino all'emozionante finale quando dal cielo scende la scalinata e Grizabella ascende alla sua nuova vita. Cattiveria gratuita: ma per la tappa campana, servirà montare la colossale scenografia o basterà mettere le sedie per il pubblico nelle strade? ^__^
Terza buona notizia: CATS è solo l'inizio. Onore al merito al Rossetti, che è riuscito a portare in Italia il musical più famoso del mondo, e che dopo Elisabeth e la collaborazione con i Vereigniten Buhnen Wien promette grandi cose per il futuro. Stefano Curti (ho intervistato anche lui!) non anticipa niente per scaramanzia, ma gli occhi brillano; e noi attendiamo fiduciosi. Anche perché si prospettano produzioni internazionali da Londra e dall'Austria...
Il resto è un'incantevole, magica serata di puro teatro musicale. La volta stellata della sala del Rossetti fa da degna cornice alla scenografia; le luci si abbassano, l'overture inizia, e i gatti cominciano ad apparire in mezzo al pubblico (e quante vole lo faranno nel corso dello show, per giocare, farsi ammirare e fare le fusa ?!?), si impossessano del palco e lo spettacolo si accende. Io e mia mamma siamo capitati in un posto ottimo, a metà platea, laterale; così ho goduto della visione d'insieme del palco, delle tante luci che abbracciavano la sala arrampicandosi sulle gallerie, del cielo stellato, e dei performer che venivano tra la gente! Signori miei, che trucchi e che costumi!
Non ci sono nomi noti del cast, almeno per il sottoscritto, ma il livello è talmente astrale, le voci talmente belle e piene, le movenze così precise e feline, che difficilmente una star potrebbe risaltare più degli altri; CATS è uno spettacolo corale, ogni gatto ha il suo momento di gloria per poi tornare nel gruppo. Tanti i momenti che scatenano i gioiosi battimani del pubblico: l'entrata e la canzone di Rum Tum Tugger, il Jellicle Ball, il siparietto di Gus the theatre cat, Skimbleshanks, Mr. Mistoffelees; ma quanto Grizabella intona Memory, con una inaspettata vociona soul, il teatro trattiene il respiro, si ferma e al termine le pareti tremano dall'entusiasmo!
L'orchestra è semplicemente favolosa: alcune orchestrazioni sono state riviste, con un sound decisamente più... metal, se mi passate il termine. Per la prima volta nella storia del marketing, inoltre, il logo di CATS è cambiato in onore del debutto italiano a Trieste: nel foyer del teatro sono in vendita le magliette con le lettere "TS" - la sigla della città - in giallo. Era già destino? (e io che non l'ho comprata, sgrunt! Mia mamma mi ha fermato...)
Alla fine, il delirio. Applausi a pioggia, torrenziali, ma i gatti, ligi al contratto, più delle previste chiamate finali non hanno concesso, lasciando gli spettatori con l'amaro in bocca. Alla fine, solo le immortali note di Memory riempivano la sala, mentre gli spettatori divertiti guardavano il direttore d'orchestra sui due schermi appesi in fondo la platea.
Chi può, non si lasci sfuggire l'incontro con il cast venerdì alle 18.30, in Sala Bartoli. Ahimé, io non ci sarò. E naturalmente, non lasciatevi sfuggire questa grande, grande, grande occasione nel resto della tournè italiana. Che poi non è detto che in una delle prossime vite di CATS, ritorni da queste parti...
3 commenti:
Ti ho letto d'un fiato.. ci credi che ho il groppino in gola e gli occhi lucidi? Sarà che questo è stato il mio primissimo musical a Londra.. sarà che adoro i gatti.. sarà che mi manca un buon musical di quelli.. come dico io! Grazie Fra di questo tuo racconto appassionato! Anche se non potrò vedere questo tour italiano, è bello ricordare! Meow!
Grazie Francesco, per questo resoconto coinvolgente! Approfitto per chiederti l'autorizzazione a usare la tua splendida traduzione di Memory per presentare il brano in occasione dell'esibizione del coro di un liceo romano.
Anna Maria
Anna Maria, fai pure! Mi fa molto piacere che l'adattamento in italiano ti sia piaciuto!
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