26 ottobre 2008

Attenti a voi, c'è Sweeney Todd

Roma, 23 ottobre 2008 - Alla fine rimane in scena solo il rasoio: e un brivido ti scende nella schiena. Tutto il cast è appena sparito, indietreggiando, fuori scena; per un attimo è rimasto solo Sweeney Todd, in un tetro cono di luce, col suo sguardo allucinato, a guardare il pubblico ammutolito: e ti vien da chiedere se quel rasoio dimenticato lì fosse un effetto voluto o un errore. Poi rivivi la serata: no, non può essere un errore, perché pur nel suo essere molto "minimal", questo allestimento del musical di Sondheim è curatissimo in ogni dettaglio, ti toglie il fiato nei momenti corali, ti diverte nei suoi momenti grotteschi e ironici, ti attonisce nei tanti momenti dark.
Contribuisce a rendere cupa l'atmosfera anche la Sala Uno, piccola realtà espositiva-teatrale ricavata nella navata centrale della cripta della Scala Santa di Roma: pareti con mattoni faccia a vista e ampie arcate, e una ripida gradinata per un centinaio di posti, che rendono familiare e intima la rappresentazione, esaltandola nella sua versione acustica, senza l'ausilio di microfoni e amplificatori.
L'allestimento è quello della BSMT di Bologna (già apprezzatissimo al Rossetti lo scorso marzo, ne ho parlato qui e qui con Shawna Farrell), rivisto
nella regia da Marco Simeoli, nei movimenti coreografici da Fabrizio Angelini (e si vede il tocco preciso e di classe) e nella direzione musicale da Enrico Arias. Semplici scenografie in legno, spostate a vista dai performer, suggeriscono ambienti e situazioni, dalla pasticceria di Mrs. Lovett alla barberia di Sweeney, dal forno sotterraneo al balcone di Johanna.
Gli interpreti danno il meglio di se, aiutati dalla precisa e piccola band (piano, contrabbasso e percussioni), e rendono comprensibile l'intricata vicenda anche grazie ai sorprendenti testi adattati in italiano da Andrea Ascari.
Ottimo il cast: Andrea Croci (Sweeney Todd), spaventevole e diabolico e vendicativo, ma anche ironico nei duetti con la sinistra e simpatica Federica Ugolini (Mrs. Lovett); Edoardo Luttazzi (Antony), tenero e inguenuo, perfetto in coppia con Federica Risoli (Johanna); minaccioso e tormentato Lalo Cibelli (Giudice Turpin), così come il suo braccio destro Marco Romano (Beadle), che sfodera anche una bella voce lirica in un esilarante siparietto con Mrs. Lovett; Giuliano Costi è un buffo Pirelli, Elena Pelazza una "equilibrata" squilibrata ex moglie di Todd e Gian Luca Spatti, "motore" di questa operazione romana assieme ad Andrea Croci, un sorprendente e toccante Tobias, che si ritaglia uno dei momenti più belli di tutta la serata con Not while I'm around. Non che gli altri numeri musicali siano da meno, anzi: il complicatissimo The worst pies in London, Pretty Women (duetto tutto al maschile tra Todd e Turpin) e tutta la sequenza degli omicidi sono da antologia.
Spero vivamente che questa piccola produzione, fatta davvero da chi il musical lo ama e lo vive, prenda il largo e riscuota il successo che merita.
info: http://www.sweeneytodditalia.com/

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Francesco, avvertito da Raffaele (che purtroppo non poteva venire) sono andata a vedere "Sweeney". Mi chiedevo chi avesse avuto il coraggio di mettere in scena un lavoro così complesso, per di più in italiano; non mi aspettavo molto. Mi sono invece completamente ricreduta, quello che i giovani artisti di questa compagnia hanno saputo mettere su era uno spettacolo a livello internazionale, per niente inferiore ad allestimenti inglesi o americani! Era convincente da tutti i punti di vista: scelta degli attori, ognuno con una propria caratteristica vocale e attoriale e perfetto nel ruolo;traduzione assolutamente fluido e e scorrevole; regia che faceva sembrare tutto naturale e necessario; movimenti scenici, compreso spostamento degli elementi di scenografia perfettamente funzionale;direzione musicale che con pochi mezzi sapeva creare atmosfere particolari (ottimi pianista e percussionista), perfettamente in stile i costumi. Soprattutto perfetta l'amalgama di tuti questi elementi, mai a fine a se stessi ma usati per raggiungere l'armonia dell'insieme. Insomma una lezione di come deve essere il vero teatro musicale capace di dare un brivido profondo! Anna Hurkmans

Francesco Moretti ha detto...

Anna, e io che pensavo di essere stato troppo buono nella mia recensione! Ma letto il tuo commento, da intenditrice di Sondheim e di Sweeney Todd in particolare... Ho visto giusto! ^__^

Anonimo ha detto...

Uffa, io avrei dovuto essere a Roma proprio questo fine settimana, mentre il fidanzato era ad un corso. Avevo già programmato tutto, alberghetto carino, fine settimana nella capitale... Peccato che poi il corso sia stato spostato alla sede di Ancona... :-(

Martina