E allora, è di nuovo Natale. Quest'anno ve lo auguro regalandovi il nuovo numero della webzine di Amici del Musical, un numero straordinariamente ricco di recensioni e notizie da tutto il mondo:
Vi dò appuntamento i primi di gennaio con l'auspicabile recensione di Christmas StarTS da Trieste. Possiate passare un Natale sereno e un 2012 ricco di soddisfazioni!
C'è una nuova nata in Amici del Musical: la webzine! Un incrocio tra fanzine e rivista vera e propria: della prima riprende la radice amatoriale, della seconda le fattezze di una vera rivista. Il vantaggio (e lo svantaggio, insieme)? Si legge esclusivamente online, oppure si scarica e si stampa a casa. Abbiamo preparato il numero zero, che ne dite?
22 ottobre 2011 - Trieste ha scelto la sua Elisabeth: è Stefania Seculin, che con la sua interpretazione di Io sono mia, la bella versione italiana del classico Ich gehoer nur mir dal musical austriaco, ha letteralmente stregato il pubblico del Politeama Rossetti, accorso numerosissimo a tutte le repliche di Musical StarTS. Lo spettacolo, ideato, coccolato e cresciuto con le forze del teatro triestino, accudito dalla direzione artistica di Riccardo Berdini e Davide Calabrese, ha infatti aperto nel migliore dei modi la stagione musical nel capoluogo giuliano. In Friuli Venezia Giulia, e a Trieste in particolare, c'è un'intera generazione di giovani talenti che hanno intrapreso la carriera difficile di performer: alcuni sono già affermati anche a livello internazionale (pensiamo a Daniela Pobega, da pochi giorni protagonista ne El Rey Leon a Madrid), tanti a livello nazionale, tutti comunque apprezzatissimi in ogni produzione alla quale hanno partecipato. Metterli tutti insieme sul palco, diretti da Fabrizio Angelini (quest'anno coadiuvato-sostituito da Daniela Gorella e Alberta Izzo), è stata un'idea di Stefano Curti, vulcanico direttore organizzativo dello Stabile. L'esito è tra i più felici, dicevamo. Oltre due ore di grande professionalità, divertimento, emozione con brani che hanno fatto la storia del genere e altri che mai sono stati rappresentati in Italia - anche se attualmente autentiche hit a Broadway e Londra - ed altri, novità di questa edizione, tratti dai lavori originali che sono stati messi in scena, e che lo saranno, al Rossetti, come Una luce nel buio dello stesso Berdini e Nel bosco delle fate: un sogno di Marco Steffè, musicista nella band dal vivo dello show. Ma andiamo con ordine, anche se render conto di uno spettacolo che ha in scaletta qualcosa come 33 brani, 14 performer e un esercito di quasi 30 bambini - gli scatenati e precisi Piccoli Musical StarTS - sarà alquanto difficile. Partiamo da Elisabeth, che ha dominato il secondo atto con un lungo e articolato medley di quello che sarà il titolo di punta della primavera 2012: la versione completa del capolavoro di Kunze & Levay che con 13 tir al seguito si annuncia come l'allestimento più colossale mai accolto nel teatro triestino. I Musical StarTS hanno offerto una scelta dei brani più significativi dello spettacolo, tradotti e adattati in italiano da Franco Travaglio (ma in primavera il musical sarà proposto in tedesco con sopratitoli), sui quali ha brillato - ma è una mia personale opinione - l'interpretazione della Seculin che citavo all'inizio. L'esigente ruolo della Morte è stato interpretato dall'"oriundo" della serata Marco Trespioli in alternanza a Gianluca Sticotti, che ha poi duettato con Berdini in S'allungano le ombre (Die Schatten Werden Langer). A differenza della prima edizione, da segnalare il ritorno in grande stile di Mattia Lanteri (voce davvero notevole e gran presenza scenica), la ricomparsa teatrale di Dennis Fantina (ve lo ricordate, no? Il primo vincitore di Saranno Famosi di Maria de Filippi) che ha regalato una inedita versione soul di Unchained Melody da Ghost e la travolgente interpretazione en travesti di Andrea Binetti (amatissimo interprete d'operetta) nel numero tratto da La Cage Aux Folles, show che con la regia di Massimo Piparo arriverà al Rossetti in stagione: dire che è venuto giù il teatro è poco. Il programma è aperto da Rocky Horror Show, con la corale Time Warp e tutti gli artisti in scena: un colpo d'occhio davvero di grande effetto (brave Alberta Izzo a dirigere le coreografie e Stefania Seculin a istruire i piccoli coristi!); seguono alcune chicche quali You're nothing without me da City of Angels con due istrionici Giorgio Borghes e Mattia Lanteri, il grande classico The Music of the Night dal Phantom con Andrea Binetti (invero con una pronuncia debole e un'impostazione troppo lirica) e la cristallina Eleonora Lana, uno sbruffonesco Berdini in Sunset Boulevard, un coloratissimo medley da Joseph con Dennis Fantina e i bambini, una torrenziale Somebody to love con Beatrice Berdini, una struggente Cristina d'Amore in Song of purple summer da Spring Awekening. Il secondo atto è un crescendo: si apre con la corale Tu rubi e ritorni quaggiù (You've got to pick a pocket or two) da Oliver, di nuovo con Lanteri e i bimbi, la già citata Elisabeth (della quale dobbiamo citare anche la sentita interpretazione di Tania Polla e Marco Trespioli in Ballo se mi va - Wenn Ich Tanzen Will), e poi due irresistibili Andrea Binetti ed Elisa Colummi in La canzon che fa così (The Song that Goes Like This da Spamalot), ancora la Polla con Defying Gravity e poi una chicca assoluta: la versione in italiano, di Davide Calabrese, della spassosissima I believe da The Book of Mormon, una delle grandi sorprese di Broadway di quest'anno, una satira acuta e intelligente del mondo dei mormoni resa splendidamente da Riccardo Berdini. Il resto è storia, avendola già proposta nelle passate edizioni: 21 Guns (American Idiot), Run Freedom Run (Urinetown), Seasons of Love(Rent), One Day More (Les Miserables) e gran chiusura con Don't Stop Believin'(Rock of Ages). Oltre alla grande professionalità di tutti i performer (la maggior parte di formazione BSMT), ovviamente gran merito del successo della serata va alla strepitosa band capitanata da Fabio Valdemarin, che in scena dall'inizio alla fine ha accompagnato i brani con grande maestria e senza mai sovrastare le voci, e alla funzionale scenografia: solo due scalinate laterali, una lunga pedana sospesa a collegarle, e un grande schermo come fondale che con indovinate proiezioni digitali contestualizzava ogni brano. L'appuntamento è ora con Christmas StarTS, uno show tutto dedicato al Natale come nella tradizione dei grandi spettacoli al Radio City Music Hall di New York, a Vienna e nelle grandi capitali di tutto il mondo: in scena il 1° e 2 gennaio 2012 per augurare buone feste in puro stile musical.
Perso Sunset Blvd per strada - speriamo ricompaia nella prossima stagione - il Rossetti stamani ha presentato comunque il suo ricchissimo menù per il 2011-2012.
Tralascio prosa e danza, per concentrarmi brevemente sui titoli che interessano al sottoscritto. Primo fra tutti, il piatto forte: l'arrivo di Elisabeth, nell'allestimento del ventennale in tour per l'Europa ed in straordinaria esclusiva per l'Italia allo Stabile regionale. Il capolavoro di Kunze & Levay, già andato in scena con enorme successo al parco del Castello di Miramare, in versione ridotta e semiscenica nel 2004 e 2005, invaderà con i suoi 13 tir - il più imponente allestimento mai accolto dal teatro triestino - il palco del Rossetti nell'aprile del prossimo anno, per restarci ben due settimane. Protagonista di questa versione la già collaudata Annemieke Van Dam, che ha sostituito la storica Pia Douwes nella ripresa in tour dello show austriaco più visto al mondo.
Altro titolo di punta, nel suo allestimento originale inglese, il primo successo della coppia Webber-Rice: Joseph and the amazing technicolor dreamcoat, con la regia di Bill Kenwright (sua anche la strepitosa Evita vista due anni fa), che si rifà alla produzione londinese. Questa versione sottolineerà il grande brio stilistico del musical ambientando ogni brano nel suo "naturale" contesto, e si avvarrà anche di un nutrito cast di bambini triestini - come già fatto, appunto, in Evita. Joseph chiuderà la stagione, che presenta anche altre succose chicche. Il ritorno a gran voce del Rocky Horror Show, nel premiato allestimento della BB Promotion, musical-cult per migliaia di appassionati che non mancheranno di presentarsi a teatro agghindati come i loro beniamini sul palco, e rifacendone mosse e canzoni; il poco conosciuto, ma interessante, Ain't Misbehavin', un tuffo nella Harlem degli anni d'oro del jazz e dello swing; La Cage Aux Folles, con Massimo Ghini e Cesare Bocci, nel nuovo allestimento firmato da Massimo Piparo; e il controverso I Promessi Sposi, nella roboante produzione voluta da Michele Guardì con le musiche di Pippo Flora. Ma il Rossetti anche quest'anno punta ai talenti che si trova direttamente in casa, cresciuti a pane e musical, formati per la maggior parte nelle aule della BSMT e alcuni dei quali lanciati sulle scene internazionali (Daniela Pobega presto debutta come Nala nella produzione spagnola de Il Re Leone): ed ecco aprire la stagione dei musical proprio con il ritorno di Musical StarTS, la fortunata idea di Davide Calabrese e Riccardo Berdini, un grande concerto corale di livello europeo che valorizza i talenti locali, tra assoli, duetti e brani d'assieme tratti dai più bei titoli del teatro musicale, alcuni dei quali mai rappresentati in Italia. Sotto la sapiente mano registica di Fabrizio Angelini, il cast di Musical StarTS replicherà anche durante le feste natalizie con Christmas StarTS, un grande show che augurerà Buon Anno Trieste dal palco del Rossetti. E gli Oblivion? Potevano mancare? Certamente no: e infatti, curiosamente inseriti nel cartellone Prosa, i cinque affiatatissimi anch'essi cresciuti a pane, musical e BSMT, calcheranno le scene cittadine con il nuovo Oblivion 2.0: il Sussidiario. In cartellone anche il ritorno dei fracassoni STOMP e Alice nel paese delle meraviglie, con la regia di Christian Ginepro.
Si annuncia un Natale entusiasmante per i milioni di fan del Phantom, che a ottobre taglia il traguardo dei 25 anni dal debutto londinese (un anno dopo Les Miserables, altro fenomenale musical prodotto da Cameron Mackintosh).
Si parla infatti, curiosando qua e là nel web, di uno speciale cofanetto dvd con la ripresa del concerto alla Royal Albert Hall che celebrerà appunto il 25esimo compleanno del musical più visto della storia (Ramin Karimloo e Sierra Boggess tra i protagonisti), in programma l'1 e 2 ottobre, e la ripresa teatrale dell'allestimento australiano di Love Never Dies, attualmente in scena a Melbourne e da gennaio 2012 a Sidney.
Tutto questo mentre il controverso sequel, proprio a Londra, chiuderà i battenti domani.
Tre operette e un grande concerto per celebrare i 150 anni dell'unità d'Italia, e il ritorno negli spazi storici del Castello di San Giusto: è stato reso noto il cartellone del 42° Festival Internazionale dell'Operetta di Trieste, che quest'anno si svolgerà dal 12 al 31 luglio 2011 e che presenta un calendario davvero interessante e stimolante.
Vediamolo nel dettaglio. Lo spettacolo d'apertura sarà Una Notte a Venezia, di Johann Strauss, dal 12 al 19 luglio al Castello di San Giusto. Daniela Mazzucato, Giuseppe Pambieri, Max René Cosotti tra gli interpreti, con la direzione musicale del maestro viennese Alfred Eschwè.
Si continua dal 13 al 17 luglio a Teatro Verdi con La Metamorfosi di una Gatta, di Jacques Offenbach, una prima assoluta per il festival triestino.
Dal 20 al 24 luglio Massimo Ranieri sarà il protagonista de L'Opera da Tre Soldi, di Bertold Brecht con le musiche di Kurt Weill, in cui saranno in scena anche Ugo Maria Morosi e Lina Sastri.
Tutti e tre gli spettacoli si avvalgono dell'orchestra del Teatro Verdi, che sarà al centro dell'ultimo evento in cartellone, dal 29 al 31 luglio: il concerto Viva l'Italia, un grande collage di musiche e canzoni popolari di questi 150 anni di unità nazionale, con la regia di Fabrizio Angelini e la partecipazione degli artisti del festival e di tanti nomi noti del musical italiano, dagli Oblivion a Riccardo Berdini, Alberta Izzo, Stefania Seculin.
Info dettagliate: cliccate qui!
Il cartellone sarà presentato ufficialmente a stampa e pubblico domani, 8 luglio, alle 11.30 al Ridotto del Teatro Verdi.
Riccardo Berdini è uno di quei ragazzi che vorresti davero come amico: sincero, schietto, diretto, con una irrefrenabile gioia di vivere e di lavorare, e di lavorare bene. E di certo non le manda a dire, come dimostra in questa chiacchierata telefonica fatta mentre Riccardo passeggiava per città (come si dice a Trieste, città che ama alla follia e da cui non vorrebbe staccarsi mai). Dal suo ultimo spettacolo, quella Luce nel buio che ha debuttato al Rossetti il 30 maggio scorso e rivelatasi un successo clamoroso, a Pinocchio ed Happy Days, a Musical StarTS, Riccardo - Premio Massimini 2010 - traccia un primo bilancio della sua carriera e si diverte a lanciare provocazioni e anche a denunciare quello che nel mondo del musical ancora non va. Partiamo proprio da quest'ultimo anno: la tua carriera ha subìto un'accelerazione formidabile, no?
Sì, ne sono felicissimo! Pensare che fino a due anni fa ero semplicemente un allievo della Bernstein, ed ora ho già interpretato da protagonista due tra i musical più importanti degli ultimi anni, raccogliendo in uno l'eredità di Manuel Frattini e nell'altro un ruolo mito come quello di Fonzie ... E' stata davvero una gran figata! (sic)
La mia grande fortuna è stata incontrare una persona che ha creduto in me, e quella persona si chiama Saverio Marconi, che prima mi ha affidato il ruolo di Pinocchio e poi quello da protagonista in Happy Days, quando ero praticamente poco più che un esordiente! Tutta questa enorme stima da parte sua... Tutto quello che da qui in poi succederà lo dovrò sempre a lui e alla Compagnia della Rancia. Ma l'essere partito così in quarta è stato più difficile o ti è stato più di sprone?
Non è stato difficile, è stato certamente di sprone. Per fortuna sono ambizioso, ambiziosissimo, gò voia de far (ride). E a proposito di ambizioni... Pochi giorni fa hai debuttato con un tuo musical, “Una luce nel buio”.
Sì, è stato un successo oltre ogni più rosea previsione! Abbiamo dovuto aggiungere una seconda replica, ed entrambe sono state sold out; addirittura molti spettatori, finita la replica del pomeriggio, sono tornati e hanno acquistato i biglietti per la sera; la cosa più esaltante è che non sono stati i nostri conoscenti a farlo, ma la gente normale, quella che a me interessa venga a teatro, quella a cui voglio far credere che il teatro non è solo una rottura di coglioni! (sic) Anche se, purtroppo, spesso hanno ragione, e per questo ritengo che sia il momento di cambiare qualcosa. Diciamo pure che il teatro in Italia andrebbe rivoltato! Auguri!
E lo so, ma sinceramente tenterò di farlo.. Credo che con Una Luce nel Buio, almeno a Trieste, abbiamo dato un primo segno che si possono fare prodotti di grande qualità, ma allo stesso tempo moderni, al passo con i tempi e accessibili a chiunque. Il problema principale secondo me è che il nostro teatro non si è evoluto, è rimasto fermo a cinquanta anni fa. Poi per quanto riguarda il musical non ne parliamo, se spettacoli come Il Fantasma dell'Opera e I Miserabili ancora non si possono portare in scena … Ma tu che nel musical ci vivi... perché succede questo? Da dietro le quinte, prova a darmi una spiegazione: perché non si riesce a fare un'operazione, quella di allestire il Phantom o I Miserabili, che negli altri paesi è così normale?
Non è che non si riesce: non si vuole fare! Produttori e imprenditori non riescono a capire su cosa devono rischiare. E quasi sempre rischiano su spettacoli totalmente sbagliati. Mi sembra quasi che ormai il musical sia visto come un circo dove vince chi porta in scena lo spettacolo più imbarazzante … Quante migliaia di baggianate vedi in giro? Titoli ridicoli, drammaturgie inesistenti, dialoghi senza senso, musiche banali e inascoltabili… purtroppo di spettacoli così in Italia ne vedi davvero tanti. La cosa divertente è che molte di queste bufale poi fanno ovviamente flop, anche perché la gente comincia a sentirsi presa in giro, noi artisti per primi. Eppure si continua a non rischiare su titoli affermati internazionalmente, come possono essere appunto Il Fantasma dell'Opera, i Miserabili, o come è stato Cats, che infatti ripreso e rifatto dalla Compagnia della Rancia è stato un grandissimo successo. Facciamo un passo indietro: non avevi neppure vent'anni e già avevi scritto un tuo musical, “Il bambino alogeno”: ce ne parli?
Era la storia di un bambino luminoso, talmente accecante da venire cacciato e rinnegato dal suo stesso popolo, e delle sue avventure per trovare un senso alla sua esistenza. Diciamo che all'epoca era una fiaba alla Tim Burton; ma la sto riprendendo in mano per trasformarla, assieme ai miei fidati amici e collaboratori con cui ho creato anche Una Luce Nel Buio: Giovanni Natale, che è un vero genio nel raccontare le storie; Federico Macor, che mi aiuta nelle musiche e nelle liriche; e il maestro Fabio Valdemarin, direttore musicale e polistrumentista che lavora con i più grandi della musica italiana. Loro sono il mio team, ne vado orgogliosissimo perché credo potremo fare grandi cose in futuro. Questa storia, ad esempio, vorremmo farla diventare una grande saga, una vera saga epica a teatro, lo Star Wars in carne e ossa del prossimo millennio, attuando una rivoluzione teatrale che ho da sempre in mente e che spero di poter realizzare prima della fine dei miei giorni. Mi piacerebbe che vengano costruiti dei teatri senza divisione tra palco e platea, in cui il pubblico è totalmente al centro della scena e dell'azione, in modo che ci sia un'immedesimazione totale da parte dello spettatore. Ciò comporta ovviamente anche un'evoluzione nel modo di recitare degli attori, virata ad uno stile più cinematografico e meno prosaico... Sarebbe bello creare uno spettacolo multimediale e interattivo, in una parola... teatrale! Ho in mente tanti progetti, troppi … magari intanto iniziamo portando in scena i grandi musical che ancora non sono stati fatti in Italia... Un passo per volta, come dire...
Già.. Però ti assicuro che in un modo o nell’altro questo spettacolo lo faremo: la nuova versione si chiamerà Il cacciatore di luce, ma ora pensiamo a sviluppare l'altro spettacolo, Una luce nel buio. La luce ricorre spesso nei tuoi progetti!
Sì, è un tema fondamentale nel mio modo di pensare e di scrivere storie e musica; è una delle metafore più importanti per descrivere la nostra vita, quello che noi siamo e che non riusciamo né ad essere né ad accettare. Una luce nel buio è la storia di un ragazzo alla ricerca dell'amore eterno e della realizzazione dei propri ideali, in cerca di tracce o segni che gli diano ragione su quello che lui pensa sia la vita: dall’ amore alla fede, dalla alla libertà di vivere la propria vita come si vuole, o per meglio dire, come si deve... è uno spettacolo semplice e complesso allo stesso tempo, ci siamo accorti di aver toccato corde molto profonde quando alla fine dello spettacolo piangevano tutti e una docente di Psicologia dell'Università di Trieste è venuta a chiederci di fare dei seminari in facoltà! Oddio, non è che ci manchino le basi culturali, ecco, ma non pensavamo di arrivare a tanto!! (ride) Ma prima della BSMT che studi avevi fatto?
Ho frequentato il liceo scientifico, ma mi hanno bocciato due volte: ero una specie di delinquente e scapestrato. Poi sono andato al liceo linguistico, mi sono diplomato, e con lo studio della letteratura francese, di cui mi sono innamorato, ho messo la testa a posto. Poi è arrivata l'Università, ma l'aver visto nel frattempo Jesus Christ Superstar e Notre Dame de Paris, è stata una cosa che mi ha sconvolto completamente e che mi ha aperto gli occhi: ho conosciuto il musical theatre, ho lasciato l'università - che comunque mi riprometto di finire - e sono approdato appunto alla Bernstein. Ho capito tutte le possibilità che il musical theatre mi offriva. Sono un malato di cinema, fumetti, musica e teatro, e vorrei poter esprimere tutte le loro potenzialità cercando di unirle, e un giorno poterle sfogare in questa sorta di rivoluzione teatrale che tanto sogno, ma per la quale ci vorrà tanto, tanto, tanto lavoro, tanto, tanto, tanto studio e tanti, tanti, tanti anni. L'altro capitolo importante di questi ultimi mesi è stato Musical StarTS...
È stato veramente una grande soddisfazione anche se in realtà si tratta di uno spettacolo semplice, la grande differenza l’ha fatta la minuziosa cura dei dettagli. Si tratta di un concerto spettacolo creato da me e Davide Calabrese con la regia e le coreografie di Fabrizio Angelini, quindici performer triestini, band dal vivo, e ovviamente tanti brani trascinanti che raramente si sentono in Italia, in una cornice estetica bellissima (la prima serata è stata data al Castello di San Giusto, ndr); l'idea era quella di far vedere il talento che c'è a Trieste, e ovviamente di far conoscere in Italia i musical che ancora non si conoscono. A proposito di performer: ti senti già un performer di seconda generazione, rispetto ai nomi "storici" come Frattini, Angiolillo, Carfora...
Eh già, c'è una seconda generazione che sta nascendo ma che deve tutto alla prima: i nomi che hai citato, e tanti altri, per noi sono già dei miti. Loro sono stati i pionieri che hanno aperto le porte a questo genere portandolo per la prima volta in Italia. E ora è il momento che il musical si evolva anche da noi per quello che è: negli ultimi ani si è trasformato in un prodotto "facile", per famiglie; bisogna far conoscere al pubblico anche il musical di spessore, cosa che fece proprio la Rancia all’inizio con Chorus Line, anche perchè credo che la gente ne abbia voglia e bisogno. Non si può continuare per sempre a fare teatro musicale come si faceva anche solo dieci o quindici anni fa, come a maggior ragione non si può continuare a fare prosa che sembra uscita dagli anni cinquanta. Il teatro sta vivendo una grossa crisi anche per questo, i giovani non ci vanno perché lo reputano vecchio e noioso, e la maggior parte degli anziani ci vanno solo per abitudine. Insomma, a parte qualche evento sporadico il teatro in Italia sta morendo. Che pessimista!
No, non sono pessimista. Sono realista e ho voglia di fare qualcosa di buono. Ho visto delle cose, quest'anno... guarda, meglio non parlarne, sennò ci querelano! Spettacoli di prosa urlati, battute declamate senza alcuna intenzione, regie senza senso o logica, poi ti chiedi perché la gente non vada a teatro. Ti avvicini ai 30 anni: non hai voglia di famiglia, di stabilità, di figli?
Oh, guarda... si... no... tutto questo arriverà, ma ora non me ne preoccupo! Mi affido a Dio, non ho paura di ciò che mi riserverà il futuro, non ho dubbi, non ho aspettative; penso al presente e penso a quello che devo fare. Come tanti miei compagni, ho dei doni, dei talenti, e delle responsabilità nei confronti degli altri: penso sia più importante attingere a questo in questo momento, il futuro arriva da sè. Forse sembreranno dei valori da cavaliere medioevale, ma mi piace ragionare così. A questa domanda non si sfugge: quale ruolo ti piacerebbe interpretare?
Certamente Jean Valjean nei Miserabili e il Fantasma nel Fantasma dell'Opera: sono due miei pallini. Ma se fossi troppo giovane per Valjean, mi candido per Enjolras! Certo che… anche Joe Gillis in Sunset Boulevard, Judas in Jesus Christ Superstar... e poi Sweeney Todd! Mi lacera l'anima ogni volta che ci penso … A proposito di grossi investimenti... come giudichi l'arrivo della Stage in Italia?
Indubbiamente ha portato grandi musical e altro lavoro... Ma nell'ambiente avete avvertito questa ventata di internazionalità?
Preferisco cambiare domanda … sinceramente? No. Devo dire che ci aspettavamo qualcosa di più dall’arrivo della Stage in Italia. Da un lato ha fatto molto bene: ha portato grossi investimenti, nuovi titoli, dà lavoro a tanti di noi. D’altra parte ci aspettavamo tutti che aumentasse il valore di noi artisti. E diciamo che così non è stato ... Sono consapevole di aver detto delle cose forti ma non le dico con presunzione o arroganza. Le dico perché ho voglia di combattere, perché dovremmo tutti lottare quando qualcosa non va bene, senza avere paura di poter creare qualcosa di migliore. E poi credo sia arrivato il momento giusto anche nel nostro Paese per cambiare le cose. Nella prossima stagione?
Proseguiamo con la tournee di Happy Days, dopo il grande successo avuto in primavera. E' stato accolto molto bene, quindi speriamo in un grande successo anche nella prossima stagione!!! Poi riprenderò Una Luce nel Buio e speriamo di riuscire a realizzare pian piano tutti i miei sogni!
Un originale cartellone incentrato tutto sulle Musical StarTS, i performer triestini "coccolati" dal Teatro Rossetti: è quanto promette il calendario dei tradizionali Pomeriggi Musicali al Rossetti, che per tre lunedì animeranno - e riempiranno di pubblico entusiasta, ne sono sicuro - la Sala Bartoli del teatro triestino. Come ha giustamente evidenziato Claudio Grizon, presidente dell'Associazione Internazionale dell'Operetta che assieme allo Stabile organizza la rassegna, "Il cartellone dei Pomeriggi nel corso di questi otto anni ha assunto la connotazione di vetrina per gli artisti emergenti nel campo dello spettacolo musicale, a partire dall’operetta per giungere agli spettacoli con prosa e musica fino al musical che ha visto esibirsi ormai moltissimi suoi protagonisti oltre ai nomi già ben noti in ambito nazionale”.
Ecco in dettaglio i tre appuntamenti: LUNEDI’ 16 maggio 2011 alle ore 18, OPERAzioni MUSICALi - sottotitolo esplicativo: Punti di incontro e Punti di sutura tra Opera, Musical e Operetta. Possono innamorarsi dello stesso uomo sia Violetta de “La Traviata” che Ulla di “The Producers”? Chi è più agguerrita tra la “Vedova Allegra” e “Annie get your gun”? E’ stata più corteggiata “Tosca” o “Kiss me Kate”? Più che un ironico concerto un vero e proprio match tra tre vocalità molto diverse: l’Opera, il Musical e l’Operetta. Arbitro della serata, un virtuoso pianista che impazzirà tra spartiti, balletti e capricci dei tre sfidanti. Un recital finemente sgangherato nel quale diventerà normale ascoltare le arie più famose di “Nine”, “Bulli e Pupe” e “Spamalot” miscelate con “La Boheme”, “Rigoletto” e “Così fan tutte” con le voci di Daniela Cera, Alberta Izzo e Raoul D’Eramo, accompagnati al pianoforte da Reana De Luca.
LUNEDI’ 23 maggio 2011 alle ore 18, 24 h è il titolo dello spettacolo ideato e interpretato da Gianluca Sticotti, con la partecipazione di Elisa Colummi, con alla chitarra Amir Karalic e al pianoforte Antonio Kozina e con la partecipazione straordinaria di Tania Polla. Un monolocale poco arredato, sul letto Jack che dorme. Suona la sveglia. Così inizia la giornata di un compositore squattrinato che cerca di far fronte ai soliti problemi a cui la vita ci sottopone. 24 ore di emozioni, relazioni, risate e lacrime, raccontate attraverso meravigliosi brani musicali, che ripercorrono la storia del musical internazionale.
LUNEDI’ 30 maggio 2011 alle ore 18, Una luce nel buio è il musical, la cui storia e dialoghi sono di Giovanni Natale e Riccardo Simone Berdini, le musiche di Riccardo Simone Berdini, Federico Mattia Macor, e Fabio Valdemarin, le liriche di Riccardo Simone Berdini, Federico Mattia Macore Giovanni Natale. La direzione musicale di Fabio Valdemarin e Riccardo Simone Berdini, che cura anche la regia. “Una luce nel buio” è la storia di un giovane scrittore troppo ingenuo per vivere in questo mondo, troppo sicuro di sé e dei suoi ideali, alla perenne ricerca dell’amore eterno, capace di vivere e di vedere soltanto ciò che vuole, finirà per trascendere i confini della percezione così come noi la conosciamo. Magari scoprendo che la vita è meravigliosa ma che non sempre le vie del Signore sono quelle che vorremmo. Il cast è composto da Riccardo Simone Berdini (Nicolas), Michael Anzalone (Eric Lunder), Francesca Colapietro (Sophie), Daniela Pobega (Arianna) con una band che vede Nicola Ardessi alle Tastiere, Marco Steffè alle Chitarre, Francesco Cainero al Basso e Marco Vattovani alla Batteria e percussioni.
Trieste, Politeama Rossetti (e dove, sennò), 15 aprile 2011 - Vi dico subito la verità: sono rimasto letteralmente sopraffatto. Sono andato a teatro un po' impreparato, lo ammetto, perché Chess non rientra tra i musical che ascolto abitualmente, e ne conoscevo solo i brani più famosi: I know him so well, Someone else's story, Heaven help my Heart, e pochissimi altri. Mi chiedevo come facesse a reggere un intero musical su un plot così esile, un torneo di scacchi in piena Guerra Fredda, e perché mai la storia di questo show fosse stata sempre così travagliata, con allestimenti e trame diverse a seconda del paese dove veniva allestito. E invece, sono stato travolto, e sono ancora senza fiato. In Italia non s'è visto ancora nulla del genere, benché il regista e coreografo Craig Horwood non sia nuovo a questo tipo di operazioni, già sperimentate con successo nei musical Sunset Boulevard e Martine Guerre: in Chess i performer non si "limitano" a cantare, recitare e ballare, come succede in ogni musical, ma suonano gli strumenti in scena, e gli strumenti stessi diventano via via oggetti scenici. All'inizio si rimane davvero spaesati, sembra quasi un trucco; ma bastano pochi minuti e tutto diventa incredibilmente naturale. La trama, dicevamo. Tutto ruota attorno alle ambizioni di un uomo e di una donna: il campione russo di scacchi Anatoly Sergievsky (un potente e convincente Daniel Koek), che per i sogni di gloria sceglie di restare in Occidente; e la sua amante Florence Vassy (una dolcissima e determinata Shona White), già compagna del campione americano Freddie Trumper (un eccezionale James Fox: qualcuno si è divertito a cronometrare l'acuto in Pity the Child, uno dei brani di punta del musical. 26 secondi. Sì, ma da sdraiato). Il triangolo amoroso si complica, sullo sfondo di cospirazioni internazionali, servizi segreti, ex mogli (la brava Poppy Tierney nella parte di Svetlana: la sua apparizione nel secondo atto, per cantare Someone Else's Story, ha un che di mistico), padri creduti morti ma forse no, di strapotere delle tv, di illusioni e corruzione; e alla fine, come in ogni partita a scacchi, e come viene spiegato nel brano di apertura, ogni mossa è figlia della precedente e determinerà la seguente, e ogni partita è diversa, e comunque ci sarà un vincitore e un perdente. Dal punto di vista musicale, Chess è una raffinata partitura pop-rock, intrisa di tutti gli stilemi degli Anni Ottanta, ma riletta con gran classe nell'orchestrazione di Sarah Travis; del resto violini, violoncelli, flauti, clarinetti e trombe abbondano tra i performer-musicisti. Un'opera che merita più di un ascolto per essere apprezzata, perché Biorn Ulvaeus e Benny Anderson - i maschi degli ABBA, per intenderci - non hanno lesinato in riprese, duetti e quartetti intricati, oltre ad aver composto alcune delle pagine più belle della storia del musical moderno. Le scene di Christopher Woods intrappolano tutto su una grande scacchiera luminosa, che invade anche le quinte, e sulla quale, come pedine, si muovono i protagonisti e l'ensemble, vestito come i pezzi degli scacchi con sfarzo e un tocco di kitsch. E finezza nella finezza, un grande schermo sullo sfondo rimanda in diretta quello che succede in scena ripreso da piccole telecamere piazzate sulle trombe. La vera forza di questo show, però, sta soprattutto in altro: le liriche di Tim Rice, giustamente insignito quest'anno del Premio Internazionale dell'Operetta nel corso di una cerimonia-intervista che si è tenuta nel tardo pomeriggio; e il paroliere di JCS, Evita, Il Re Leone, Joseph, era presente in sala a godersi lo show, per la gioia di decine di fans entusiasti. Chess è arrivato al Rossetti in esclusiva nazionale - in lingua originale, con i sottotitoli in italiano (fondamentali per apprezzare i testi e l'intreccio!) - unica tappa del tour inglese nella vecchia Europa e prima dell'unica tappa oltreoceano, a Toronto in autunno. Qui sotto il video promozionale dello spettacolo: CHESSpettacolo!
Il lyricist e librettista Tim Rice, noto in tutto il mondo per i testi del musical “Jesus Christ Superstar”, è il vincitore del Premio Internazionale dell’Operetta, giunto alla XXIII edizione. L’annuncio ufficiale è stato dato oggi da Claudio Grizon, presidente dell’Associazione Internazionale dell’Operetta – Friuli Venezia Giulia, anche nella veste di presidente della Commissione Giudicatrice, costituita dal presidente onorario Danilo Soli, dal vice presidente Stefano Curti e dai componenti del consiglio direttivo. Il Premio, che come da tradizione consiste in un artistico bronzetto del compianto scultore muggesano Ugo Carà, in cui si evoca il fascino della musa leggera, sarà consegnato a Sir Tim Rice nel corso di una manifestazione che l’Associazione organizzerà, con la collaborazione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, il 15 aprile 2011 alle ore 18 presso la sala Bartoli. Tim Rice sarà infatti a Trieste in occasione delle repliche del suo musical “Chess” che lo Stabile regionale presenta in esclusiva e in prima assoluta per l’Italia, fino al 17 aprile.
“Per la prima volta dalla sua istituzione – ha sottolineato il presidente Grizon - il Premio varca la Manica e raggiunge la Gran Bretagna per coronare la fantasia e la vasta esperienza artistico-musicale di Time Rice, un vero mito della musica che con i suoi testi e le sue produzioni continua ad avvicinare al musical persone d’ogni età in tutto il mondo”. “E’ la prima volta che attribuiamo il Premio dell’Operetta ad un protagonista del musical – ha aggiunto Grizon -: forse era giunto il momento per evidenziare, anche con questo riconoscimento, quell’evoluzione nei generi musicali che dall’operetta porta allo spettacolo e alla commedia musicale fino al musical”.
Da diversi anni ormai acclamato protagonista del mondo musicale, al di qua e al di là dell’oceano, quale autore di testi e canzoni per musical, film, produzioni televisive e radiofoniche di strepitoso successo Tim Rice è universalmente noto per il musical leggendario “Jesus Christ Superstar” che ha scritto dopo il suo fortunato incontro con il musicista Andrew Lloyd Webber. Con lui ha realizzato altri favolosi musical, tra cui spicca “Evita”. Continuando con altri musicisti una catena interminabile di successi da “La bella e la bestia” a “Chess”, vale a dire “Scacchi”, un altro geniale capolavoro, che approda al Politeama Rossetti di Trieste.
Da parte sua Danilo Soli ha messo in rilievo “l’importanza del lyricist nel mondo del musical, dove fin dai tempi di Gilbert e Sullivan, è stata una figura determinante per il successo degli spettacoli, come del resto è accaduto nel mondo dell’operetta, basti pensare ai trionfi di Carlo Lombardo”. “L’Associazione Internazionale dell’Operetta è quindi ben lieta di potergli attribuire l’ambito riconoscimento nel segno della continuità di una grande tradizione che ha spesso raggiunto le vette dell’autentica poesia”.
*** Quello che segue è un pesce d'aprile... ma più di qualcuno ci è cascato! ***
Due fra i più importanti compositori per il teatro musicale, Stephen Sondheim e Andrew Lloyd Webber, uniranno le forze per creare un musical da Guerra e Pace, il capolavoro di Tolstoij. Lo hanno annunciato ieri sera nel corso di una affollatissima conferenza stampa al Barbican Centre di Londra, che nell'autunno 2013 ospiterà la prima mondiale del nuovo kolossal teatrale. Lo spettacolo aprirà contemporaneamente anche a Mosca, Vienna e Parigi; i protagonisti principali, come ormai sembra stia diventando sempre più una consuetidine, saranno scelti nel corso del talent-show War and Peace: the battle for the stage che partirà a settembre sui principali network televisivi dei paesi coinvolti nel progetto.
Non ci sono aggettivi a sufficienza per descrivere l'incredibile serata che abbiamo vissuto il 3 gennaio al Politeama Rossetti di Trieste, con Musical StarTS: e non si poteva cominciare nel migliore dei modi il 2011, in compagnia di questi 15 performer triestini e friulani che con energia, passione e tanto, tanto talento hanno offerto alla città una prova entusiasmante del loro lavoro. Capifila dello spettacolo, e grandi mattatori della serata con i loro intermezzi che "cucivano" e introducevano i vari numeri dello show, Davide Calabrese e Riccardo Berdini; i loro duetti verbali, un po' in dialetto, un po' in italiano, sono stati dei piccoli capolavori di autoironia tutta triestina. Non da meno gli altri comprimari, che in rigoroso ordine alfabetico è giusto citare tutti: Beatrice Berdini, Giorgio Borghes, Paola Camber, Andrea Centi, Elisa Colummi, Cristina d'Amore, Daniel Favento, Eleonora Lana, Daniela Pobega, Tania Polla, Stefania Seculin, Gianluca Sticotti e Fabio Vagnarelli, quest'ultimo - originario di Gubbio - a sostituire Mattia Lanteri (che con affetto salutiamo). Guidati dalla mano sapiente di Fabrizio Angelini, che in meno di 24 ore ha rimesso in piedi uno spettacolo già andato in scena quattro mesi fa e con gran parte dei protagonisti impegnati a Roma, Milano e in ogni dove in altre produzioni, i Musical StarTS hanno dato il meglio di sé, e lo spettacolo ha funzionato alla grande. Shawna Farrell - la direttrice della Bernstein School of Musical Theatre di Bologna, presente quasi a sorpresa alla serata e seduta nella fila davanti alla mia, ammirava estasiata i "suoi" ragazzi cresciuti a pane e musical al Rossetti ed accuditi e formati alla BSMT, mentre uno dopo l'altro affrontavano con sicurezza, dispensando emozioni a piene mani, le più belle pagine da grandi e piccoli musical, da titoli arcinoti a pezzi per intenditori. Sicuramente i brani corali sono quelli in cui il cast ha espresso al massimo la propria potenza e versatilità, dal numero iniziale "The New World" (da Songs for a New World - J. Robert Brown), passando per un medley da Oklahoma!, a "Somebody to Love" da We Will Rock You tutto al femminile, da "Song of Purple Summer" da Spring Awakening, all'emozionante "Seasons of Love" da Rent che ha chiuso il primo atto, con la voce di Daniela Pobega un palmo sopra le altre; e poi i precisi e sorprendenti "piccoli" - già rodati dalla partecipazione all'allestimento di Evita dello scorso giugno - che assieme a Davide Calabrese hanno dato vita ad un quadro da Oliver! che ha aperto la seconda parte, proseguita con un medley da Chess (che ricordo sarà al Rossetti ad aprile!) e il suo brividoso "Anthem", e poi un travolgente "Run Freedom Run" da Urinetown, un commovente "21 Guns" da American Idiot e un potente ed emozionante "One Day More" che ha chiuso in un tripudio di applausi la serata ufficiale. Fondamentale il contributo della musica dal vivo con una band di quattro elementi, capitanati da Fabio Valdemarin (pianoforte e tastiere) e con Marco Steffé (chitarre), Francesco Cainero (basso) e Marco Vattovani (batteria e percussioni). Ed altrettanto di grande impatto visivo il grande schermo che fungeva da scenografia, a proiettare immagini evocative e i loghi dei vari musical via via oggetto della scaletta. Tra i pezzi da solista, o in coppia, o in trio, o in quartetto, c'è stato solo che l'imbarazzo della scelta in quanto a bravura e brividi. Ma a questo punto, citiamoli tutti. "The Music of the Night", in versione duetto Vagnarelli-Lana; la simpatica "You're nothing without me" da City of Angels per Borghes-Favento; "La Bella e la Bestia", nella versione italiana, col trio Polla-Sticotti-Colummi, attualmente impegnato proprio nell'allestimento della Stage a Roma; "Castle on a Cloude" con la piccola Matilde Marino e poi "I dreamed a dream" per la Colummi; un'eccezionale Stefania Seculin nell'interpretazione di "Send in the Clowns"; "Mamma Mia!" per la Camber; una sentita interpretazione di "Sunset Boulevard" per Berdini; del medley da Chess ne ho già parlato, ma vi ha spiccato "I know him so well" per Polla-Seculin e "Nobody's Side" per Pobega; un travolgente e impagabile Davide Calabrese con la sua versione italiana di "Betrayed" da The Producers; si è volato altissimo con "Defying Gravity" per Beatrice Berdini ed Eleonora Lana; una toccante "The Letter" da Billy Elliot con un altro enfant prodige, il piccolo Francesco Felician in coppia con Stefania Seculin; e poi lo spassoso medley da Spamalot, altro titolo internazionale che arriverà al Rossetti in primavera, e che ha offerto tre divertenti duetti per Calabrese-Favento ("Always look at the Bright Side of Life), Calabrese-Colummi (la versione italiana di "The Song that Goes Like This"), e Calabrese-Pobega ("Find Your Grail"). Inatteso bis con i bambini in "When Children Rule the World" da Whistle Down the Wind e la travolgente "Don't Stop Believing" da Rock of Ages, che è anche la sigla del serial-musical-cult "Glee". Insomma, una serata-evento che ha bissato, e migliorato di gran lunga, la già eccezionale prova di settembre, e che tutti si augurano possa ripetersi. "Non è stato facile, ma quando c'è dell'ottimo terreno fertile su cui lavorare, i risultati si vedono", mi ha detto Fabrizio Angelini, raggiante, dietro le quinte, mentre Davide Calabrese coccolava la Rosa d'Argento assegnata a tutta la compagnia dall'Associazione Commercianti al Dettaglio di Trieste, promotore della serata. Su youtube e facebook cominciano a circolare i primi video amatoriali dell'eccezionale serata. Cercateli, merita davvero.