22 novembre 2007

Questo è il momento di Jekyll & Hyde

Trieste, 20 novembre - "Questo è il momento / l'attimo in cui / ogni mio dubbio / ogni domanda svanirà..."
L'altra sera sono stato a Trieste, al Rossetti, dove ho passato una bella serata con Jekyll & Hyde nell'allestimento in italiano del Teatro Stabile d'Abruzzo e Teatro Musica Mamò.

Una bella serata e una bella versione; mi è piaciuto soprattutto l'adattamento nella nostra lingua, il motivo principale che mi incuriosiva di questo musical che finora conoscevo solo nelle varie versioni inglesi e tedesca.
Scommessa vinta, senza dubbio: la traduzione è molto fedele, alcuni passaggi sono resi splendidamente (come in Facade e in In his eyes, quest'ultima davvero bella), in altri momenti la metrica è spinta un po' forzatamente nella musica, ma sono quisquilie inevitabili e assolutamente capibili.

Nell'esigente doppio ruolo del titolo, Giò di Tonno offre una applauditissima prova canora e d'attore (ma per chi l'ha visto in Notre Dame, nei panni di Quasimodo, noterà una certa somiglianza nell'andatura "gobbosa" di Hyde...); molto belle le voci delle due protagoniste femminili, Emma di Ilaria Deangelis (anche se quando passa nel registro lirico sembra indebolirsi un po') e soprattutto Lucy di Simona Molinari.

Quello che più colpisce è però la precisione e l'impasto vocale delle numerose scene corali (il coro, o meglio l'opinione popolare è l'altro grande protagonista dello spettacolo).

I difetti. Ahimé, ci sono.
Primo: manca Girls of the night (Maedchen der Nacht per chi conosce la versione tedesca).
Secondo: la relativa "povertà" della scenografia. Se i costumi sono ricchi e rendono alla perfezione l'ambientazione vittoriana, le scene lasciano un po' a desiderare; il laboratorio di Jekyll sembra la versione ingrandita del piccolo chimico.
Terzo: le basi musicali: mi sembravano andassero un po' al ralenty rispetto le altre versioni che ho già in orecchio, e che fossero meno "sontuose"; diciamo quasi "da camera".

L'impressione generale è che se ci fossero molti più soldi in gioco, l'allestimento - con una bella orchestra dal vivo - avrebbe tutte le carte in regola per essere davvero un musical coi fiocchi, sicuramente la strada giusta per far conoscere i grandi classici contemporanei anche in Italia. Io me lo auguro, perché se lo meritano.


Venerdì 23 novembre alle 18
, nel nuovo Cafè Rossetti sotto il teatro, ci sarà l'incontro aperto al pubblico con la compagnia di Jekyll & Hyde; e non solo, molto probabilmente ci sarà pure Frank Wildhorn in videoconferenza da New York. Chi è da queste parti, ci vada e poi ci racconti.

Ho avuto il grande piacere di intervistare telefonicamente Giò di Tonno, e lo voglio anticipatamente ringraziare per l'estrema cortesia e disponibilità. Una bella chiacchierata che posterò al più presto.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Franz, non sai quanto mi rincuori... :-)) Io lo vedrò il 22.12 a Bologna, e mi auguro proprio che sia un signor spettacolo.
Solo una cosina: credo che già a Broadway "Girls of the night" fosse sparita, ricompare però nelle versioni tedesche.
Per il resto, com'è la storia? C'è il mio quartetto preferito, "Your work and nothing more"? E "The world has gone insane"? Mi sa che dovrai dettagliarmi scena per scena... :-P

Francesco Moretti ha detto...

Cara Martina, come leggerai anche nell'intervista che sto trascrivendo, lo spettacolo non è ricco scenograficamente parlando, anche se ricalca l'allestimento di Broadway. Mancano effetti truculenti, fiamme e cose così; diciamo che punta all'essenziale, ma così risalta ancor di più la musica e soprattutto il fedele adattamento.
Per il dettaglio scena per scena... pazientare, please. Ma non so se sarei capace di farlo!

beasoriani ha detto...

grazie del resoconto! io lo andrò a vedere il 20 a Bologna, non vedo l'ora!

Anonimo ha detto...

Ma no, Bea!! :-S
Io ci sarò il sabato sera, il 22... :-(

Anonimo ha detto...

Martina, io ancora non ho prenotato ma spero di riuscire ad esserci il 22 sera, così ci conosciamo! Cri

beasoriani ha detto...

accidenti, che peccato! potevamo incontrarci!!

Anonimo ha detto...

Io ci sarò il 20 a Bologna, invece...purtroppo il 22 lavoro!
Da quello che ha scritto Franz, mi incuriosisce molto e poi non vedo l'ora di vedere all'opera due miei cari amici ex-Bsmt. Credo che la sequenza delle canzoni sia la stessa della versione di Broadway, quindi niente "Girls of The night" e purtroppo niente "The World Has gone insane", ripeto credo...

beasoriani ha detto...

sono andata a vederlo ieri sera a Bologna! Finalmente posso dire la mia...
Allora, considerando che ero emozionata come se l'avessi fatto io (figuriamoci cosa mi succederebbe se mai ci riuscissi!) e per i primi dieci minuti ero in uno stato di estasi tale per cui non capivo quasi nulla di quello che stava succedendo attorno a me...non appena ho connesso il cervello e mi sono resa conto che quello che vedevo stava succedendo DAVVERO davanti ai miei occhi e non in uno dei miei sogni ad occhi aperti in cui sono a Londra o a Vienna...ho cominciato ad apprezzare razionalmente i vari aspetti dello spettacolo.
Prima cosa: Le traduzioni (argomento che mi sta a cuore): bell'adattamento, alcune cose mi sono piaciute più di altre, altre non mi hanno soddisfatta del tutto (vedi Dangerous Game, che ci perde un po' di pregnanza) però nel complesso un lavoro coi fiocchi!
Seconda cosa: Giò di Tonno è veramente bravo. E con lui tutto il cast, decisamente all'altezza dei colleghi stranieri.
Terza cosa: i costumi! Fantastici!
La regia mi è sembrata riuscita, nonostante alcuni cambiamenti rispetto alle versioni più conosciute, però tutto sommato rispettosa del materiale, e in generale efficace!
In sostanza...uno spettacolo da non perdere, che mi da speranza per un futuro del musical in Italia...è su cose come queste che bisogna puntare per sperare di crescere un po'...speriamo non finisca qui!

Anonimo ha detto...

Ho appena visto lo spettacolo a Milano. Molto brutto, e mi spiace davvero doverlo dire. Al di là di una fonica che definire parrocchiale è un complimento, è stato un disastro: Giò di Tonno ha un bel timbro, ma la sua interpretazione era priva di pathos. Le due interpreti femminili appena sufficienti, con cantati troppo gridati e, per Lucy, alcune note alte fin troppo critiche da affrontare. Cantanti spesso fuori tempo. I cori registrati una scelta discutibile. Emozione zero. Regia evidentemente assente. Ripeto, mi dispiace - e molto - doverlo dire, ma una produzione come J&H non può essere affrontata in modo così approssimativo.

Francesco Moretti ha detto...

Ahimé, mi dispiace; non dico che lo spettacolo che ho visto io era esente da difetti, tuttaltro, ma "smontarlo" così... ^__^