06 novembre 2007

Peter Pan, un musical da guardare con gli occhi di un bimbo

Trieste, 2 novembre 2007 - Immaginate 1.500 bambini che urlano entusiasti: "Io credo nelle fate!!!", agitando nel buio una stellina luminosa, e capirete la magia di questo show. Farvi tornare bambini, farvi sognare. In sala c'erano anche adulti, ovvio; ma sembravano una minoranza. Tutti in piedi, bacchetta magica in mano - gentile dono dello sponsor, il biscotto tondo al cioccolato con le stelline bianche sopra - a gridare "Io credo nelle fate!!!", incitati da quell'animale da palcoscenico che è Manuel Frattini / Peter Pan per salvare la graziosa fatina Trilly. Perché è vero, o perlomeno alla fine ci credi anche tu: se dici "le fate non esistono", da qualche parte ne muore una. Così, su due piedi, prima c'era e adesso non c'è più. E questo nostro povero mondo ha davvero bisogno di sognare, e credere nelle favole, e nelle fate.
E pensare che partivo molto prevenuto. Le canzoni di Edoardo Bennato non mi piacciono granché, figuriamoci costruirci sopra un intero spettacolo. Peter Pan - il musical nasce proprio così, dal concept album degli Anni Settanta che raccontava di quel bambino che non voleva crescere. Non pensavo che Sono solo canzonette, L'isola che non c'è, Il rock di Capitan Uncino reggessero la scena; e invece, messe in bocca a Peter Pan, Wendy, il fido pirata Spugna e allo stesso Capitan Uncino diventano efficaci momenti teatrali.
Anche gli effetti speciali aiutano ad entrare in questa dimensione fiabesca: videoproiezioni tridimensionali esplicitano persino l'immaginario viaggio che dalla seconda stella a destra, poi dritto fino al mattino, porta all'isola che non c'è, casa di tanti bimbi perduti, di indiani, di pirati e di tante avventure; e dopo il primo brano (questo sì, un inutile rap fuori luogo) conducono magicamente, con una bella trovata scenica, fin dentro la camera dei tre fratelli.
I protagonisti: tanti ex-bambini, bravi e spiritosi, capitanati da Alice Mistroni che sfodera una voce limpida e fanciullesca; e se il protagonista è l'incontenibile Manuel Frattini, che vola, piroetta e danza persino sospeso a quattro metri da terra, anche il Capitan Uncino di Claudio Castrogiovanni gigioneggia e fa il verso all'altro famoso pirata dei giorni nostri, Jack Sparrow. E non è da dimenticare il buffo cane Nana, vera macchietta comica dello spettacolo.
Un musical da guardare a occhi spalancati, e qualche piccola pecca nel ritmo di alcuni momenti si perdona volentieri. Ma come fare a non rimanere incantati, quando Peter spicca l'ultimo, clamoroso volo direttamente in platea, circondato da una sbriluccicante nuvola d'oro?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sì, anche quando ci siamo andati noi c'erano orde di bambini festanti tanto che sembrava di essere ad una recita scolastica. Persino l'attore Cesare Bocci (SWEET CHARITY, PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI) era lì con al famiglia....è stato tutto un sogno andando dietro nel tempo nei ricordi di infanzia...Mi fa piacere, Franz, che hai avuto modo di vederlo, tu che temevi di restare a bocca asciutta in questa stagione 2007/08. PETER PAN è un bel tuffo nell'infanzia.
Immagino che il pirata ubriacone di Riccardo Peroni abbia avuto un sacco di applausi a Trieste, beh lì lui è leggermente conosciuto...(eufemismo)
Un bel ricordo autunnale per il ns amicone Herr Franz!
Ciao
Josef

Anonimo ha detto...

Se tu partivi prevenuto e ti sei divertito, forse allora c'è speranza anche per me... ;-P
Ma ho la sensazione che non riuscirò ad andare a vederlo a Firenze... Cade proprio a cavallo di Capodanno, e l'idea, almeno per quest'anno, era quella di andare via per qualche giorno... :-S

Francesco Moretti ha detto...

Sì, caro Josef, in effetti il pirata ubriacone di Riccardo Peroni è stato particolarmente gradito!