18 aprile 2007

Letteratura e musical

Letteratura e musical, argomento interessante. Perché alcuni dei più bei romanzi che ho letto sono proprio quelli che hanno ispirato alcuni dei miei musical preferiti.
Sono sempre stato un grande consumatore di narrativa (e in questo devo ringraziare mia madre che mi ha fatto coltivare questa mia particolare inclinazione, fin da piccolo), ma devo dire che i migliori libri che abbia letto li associo ad altrettanti musical.
Nell'ordine (di tempo):

- Il fantasma dell'Opera. Il romanzo di Gaston Leroux lo trovai nel lontano 1994 in un negozietto di libri usati nel centro storico di Trieste. Era un'edizione "deluxe" uscita dopo il clamoroso successo del musical di Lloyd Webber, con il medesimo logo "a specchio rotto" - ma con il titolo italiano -, la rosa e l'inquietante maschera bianca. Amore a prima vista, e a prima lettura, a cui seguirono altri sette-otto ripassi.

- La donna in bianco. Il romanzone vittoriano di Wilkie Collins mi ha dato un po' da fare per essere reperito, ma ha grandemente soddisfatto le attese. Un autentico thriller d'altri tempi, un ingegnosissimo meccanismo a orologeria scritto con grande eleganza, che gli autori della sceneggiatura del musical hanno saputo sapientemente sfoltire e ridurre per le esigenze teatrali. Mi ci è voluto quasi un anno per finirlo (del resto, 800 e passa pagine scritte fitte fitte, chi lo trova il tempo?), ma ne è valsa davvero la pena.

- Rebecca. Una autentica folgorazione. "Last night I dreamt of Manderley..." Inizia così il racconto di Daphne Du Maurier che ha ispirato il blockbuster viennese del duo Kunze&Levay, passando per il film che Hitchcock ne trasse negli anni Quaranta. L'autrice dipinge un appassionante affresco fatto di atmosfere psicologiche stranianti e rarefatte, di personaggi tormentati, di paesaggi brumosi e misteriosi, legati in un intreccio sorprendente che lascia senza fiato. La lettura di Rebecca mi ha tenuto impegnato la scorsa estate, e avrei voluto non finisse mai.

Alla lista dovrei anche aggiungere Aspects of Love, la novella di David Garnett che ha ispirato l'omonimo musical di Lloyd Webber (ma non è niente di più che una specie di soap opera), e i lontanissimi ricordi scolastici de I promessi sposi (musical di Tato Russo) e Pinocchio (Compagnia della Rancia e Pooh).

All'appello mancano I miserabili, per il momento. Ma potranno aspettare ancora un po'.

1 commento:

Anonimo ha detto...

vogliamo partire direttamente dai libri ? Come per te Franz a me i libri sono sempre piaciuti. La libreria è come una calamita per me : vederla vuol dire entrarci; anche se capita di essere all'estero e di non conoscere bene la lingua. Biblioteche e librerie sono luoghi cult per il sottoscritto. Amo quindi i libri e li amo belli puliti puliti come quando si comprano, mi piace il loro odore e apprezzo che non ci siano "orecchie" alla fine delle pagine. La narrativa (al pari del cinema) ci fa capire cosa è la vita e quindi come si può essere indifferenti alla sua sirena ? Sono proprio bravi quegli scrittori che impiegano pagine e pagine a descrivere i particolari di una luce, di un odore, di un luogo o solo anche di una sensazione. Neanche ad averci l'immagine davanti, e invece è tutto stampato nella loro mente. Dei cervelloni, senza dubbio.Se un libro di narrativa ti prende, si "conficca" dentro il nostro cervello e non ne esce più. Insomma è un bel laccio da farsi mettere al collo.
Il rapporto tra musical e letteratura è sempre stato strettissimo tant'è che di titoli che provengono da romanzi ce ne sono a catinelle e Franz è stato encomiabile a scriverne alcuni che hanno stringente attualità. Il mio intervento perciò può essere solo da compendio rispetto al suo e quindi, andando un po' più indietro, comincio con il mio primo approccio di libri che avrei poi ammirato, rivestiti di note e cioè i due romanzi di Dickens "Oliver Twist" e "David Copperfield" che da bambino non avevo certo immaginato che avessero una versione in musical in OLIVER! e COPPERFIELD (del secondo ho solo ascoltato le musiche).
A scuola avrò pur studiato - ma non letto- il "Don Chisciotte" di Cervantes che poi avrei ritrovato in THE MAN OF LA MANCHA. E ricordo bene che, più avanti negli anni, il libro "Flower Drum Song" ha molti sviluppi che l'omonimo musical invece ignora. Ma non sono stati così numerosi i miei incontri letterari con approdo teatral-musicale anche se oggettivamente ce ne sono parecchi . Ne ho trovati un po' ma penso di averne omessi a dozzine. Comincio ricordando che CATS è tratto da un opuscolo di di thomas eliot e che LE PETIT PRINCE è considerato dai francesi un po' come il loro "Guerra e pace", quindi Cocciante ha avuto il vantaggio di poter contare su di una storia molto nota al pubblico transalpino. Così come dal "Cyrano de Bergerac " sono stati tratti alcuni musical, non tutti fortunati, e persino uno nostrano con Domenico Modugno e Catherine Spaak. Da un romanzo di Colette è tratto GIGI (versione cinematografica Keslie Caron, Maurice Chaevalier, versione italiana teatrale Maria Laura Baccarini, Gianluca Guidi) così come dal un altro romanzo, stavolta di Margaret Landon, è tratta THE KING & I (da cui anche il film senza musiche con Jodie Foster). Il biblico racconto di Giuseppe e dei suoi fratelli è stato lo spunto per JOSEPH AND HIS AMAZING TECHNICOLOR DREAMCOAT di Webber (in Italia interpretato da Angiolillo), Lancillotto e Ginevra e tutti i cavalieri della tavola rotonda sono i protagonisti di CAMELOT mentre più prosaicamente dai fumetti di Al Capp è stato tratto il musical pazzoide LIL ABNER. CABARET era nato come un racconto poi portato a teatro come "I'm a camera" e quattro famosi musical americani come SHOW BOAT, OKLAHOMA, SOUTH PACIFIC e IL GIOCO DEL PIGIAMA avevano origini letterarie rispettivamente di Edna Ferber, Lynn Riggs, James Michener e Richard Bissel.
Il teatro musicale ha scomodato persino il "Candido" di Voltaire per consentire a Bernstein di comporre la sua CANDIDE che sembra ora avere una vera e propria rinascita a livello mondiale. Ma la letteratura non è sempre appannaggio dei soli libri e volumetti. Infatti BULLI E PUPE trae la sua ispirazione da alcuni racconti pubblicati sul "New York Times" da Samon Runyon e IL VIOLINISTA SUL TETTO ha origine da non meglio identificati racconti yiddish di Sholom Aleichem.
Chissà quanti altri musical saranno stati omessi in questi brevi note ma poi ci sono anche quelli che erano testi in prosa e poi invece hanno trovato la loro giusta collocazione con un manto musicale e allora qui si dovrebbe poi parlare di MY FAIR LADY, KISMET, THE BOYS FROM SYRACUSE, HELLO DOLLY….
Alla prossima
Josef